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Il MAttino-I sindacati della scuola non si rassegnano alla riduzione delle cattedre

I sindacati della scuola non si rassegnano alla riduzione delle cattedre e tornano ad annunciare battaglia Diversi i fronti dove si svolge la battaglia. Il primo è quello degli incarichi a tempo d...

07/09/2005
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Il Mattino

I sindacati della scuola non si rassegnano alla riduzione delle cattedre e tornano ad annunciare battaglia Diversi i fronti dove si svolge la battaglia. Il primo è quello degli incarichi a tempo determinato, la cui attribuzione si sta svolgendo, questa volta in maniera ordinata, proprio in questi giorni. Tra gli incarichi da attribuire ai precari, non figurano, infatti, gli spezzoni fino a sei ore. Le briciole orarie non sono state attribuite dal Csa ai docenti durante le convocazioni ma sono rimaste alle scuole, a disposizione dei docenti di ruolo. I prof a tempo indeterminato potranno così completare il loro orario fino a 24 ore. Ma i precari, appoggiati da alcuni sindacati, non ci stanno e fanno sentire la loro voce attraverso azioni di protesta. Il responsabile della Gilda napoletana, Libero Tassella, minaccia di ricorrere ai legali. I Cip stanno organizzando un ricorso contro l'applicazione della nota ministeriale. A Napoli, per le adesioni, si può inviare una mail all'indirizzo cip.campania@libero.it oppure chiamare il numero 329.0426929. Secondo il segretario della Cgil scuola, Franco Buccino sono un paio di centinaia i posti persi per l'attribuzione degli spezzoni ai docenti di ruolo: "In questo modo il Miur realizza sicuramente un risparmio, ma danneggia i precari, riducendo complessivamente il numero degli insegnanti. Del resto basta considerare che i pensionamenti sono di gran lunga superiori alle nuove immissioni in ruolo per comprendere che se anche gli incarichi a tempo determinato restano invariati, di fatto la scuola è più sguarnita e più debole". Un altro fronte di lotta è quello dei riservisti: a Napoli, sono state fatte 2094 immissioni in ruolo, 255 posti sono andati a invalidi civili e orfani di caduti per lo stato. Sui circa 7000 docenti che hanno ottenuto una supplenza annuale, circa il venti per cento aveva la cosiddetta riserva. "Abbiamo rispettato la legge che prevede che il sette per cento del totale dei posti disponibili vada agli invalidi e agli orfani", sottolinea il direttore scolastico regionale, Alberto Bottino. Ma Buccino sottolinea: "Nell'assegnazione delle cattedre per la scuola sono stati chiamati quest'anno i docenti che occupavano in graduatoria i posti da 442 a 722. Per i riservisti, invece, si è cominciato dal numero 17. 428. È evidente che c'è una doppia velocità". E non basta: molte difficoltà nascono dall'applicazione della legge 104 che interviene nel diritto di scelta della sede. Chi può godere dei vantaggi previsti dall'articolo 21 (concessi a chi ha una quota di invalidità superiore ai 2/3), ha titolo preferenziale nella scelta della sede, chi si avvale dell'arrticolo 33 (che riguarda i familiari in gravi condizioni di salute), può usufruire di tre giorni di assenza al mese. Nel primo caso le conseguenze sono gravi per chi aspira a una cattedra: a chi non può avvalersi dei vantaggi di legge toccheranno le sedi peggiori. Nel secondo ad essere colpita è l'organizzazione della scuola: le assenze dei titolari, infatti, non possono essere coperte dai supplenti. Di qui il grido di allarme dei sindacati e, soprattutto, dei capi d'istituto. Spiega il presidente dell'Anp,Vincenzo Ciotola: "La 104 specialmente nelle scuole più ambite crea molti probleni: è qui che si concentra il personale che ha diritto alle agevolazioni previste dalla legge e questo provoca dei buchi nelle presenze". d.d.c