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Il Mattino-IL LINGUISTA AL FESTIVAL ATTACCA IL MINISTRO MORATTI

IL LINGUISTA AL FESTIVAL ATTACCA IL MINISTRO MORATTI. E De Mauro lancia l'allarme: italiani ignoranti. Barbara Caputo Accorato, appassionato, affatto preoccupato di perdere l'aplomb, Tullio De Ma...

14/09/2004
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Il Mattino

IL LINGUISTA AL FESTIVAL ATTACCA IL MINISTRO MORATTI.
E De Mauro lancia l'allarme: italiani ignoranti.

Barbara Caputo
Accorato, appassionato, affatto preoccupato di perdere l'aplomb, Tullio De Mauro, linguista ed ex ministro della Pubblica Istruzione del governo Amato nel 2000, davanti alla consueta gremita platea del festival mantovano, nel chiostro del Museo Diocesano, ha lanciato l'allarme sullo stato generale della cultura italiana. Gli faceva da contrappunto Francesco Erbani, autore de L'Italia maltrattata (Laterza 2003), e curatore dell'ultimo libro di De Mauro, La cultura degli italiani (Laterza, pp. 252, 10 euro), da pochi giorni in libreria. Le affermazioni di De Mauro sono basate sugli abbondanti dati raccolti e presentati nel libro, e molto, molto pessimiste. De Mauro sostiene che altri tre anni così possono mettere in ginocchio il sistema dell'istruzione e della ricerca in Italia, e non si fa scrupolo di attaccare l'attuale ministro dell'Istruzione, arrivando in conclusione a dire senza mezzi termini che dovrebbe essere mandato via.
"L'Italia è al trentesimo posto per rendimento scolastico e culturale al mondo. Ha una posizione rovinosa nell'indice di creatività economica stilato dall'Economist. Basti pensare che in Italia nascono ogni anno 350 brevetti, contro i 2000 della Spagna, che pure ha la metà della nostra popolazione. Per non parlare poi di altri paesi europei, come la Germania, che arrivano ai 20.000 annui, se proprio non vogliamo fare il paragone con gli iperbolici 120.000 brevetti annui degli Stati Uniti e del Giappone. Se ci troviamo in questa situazione è perché manca il retroterra di ricerca fondamentale. Il nostro ministro ha chiesto a cosa possa servire l'Istituto di Alta Matematica, che con i suoi risultati dà impulso alla ricerca applicata. Pur non sapendolo, altri si sarebbero vergognati di fare una domanda simile".
Il problema dell'Italia è che il nostro bastimento culturale fa acqua da tutte le parti, dalla formazione primaria alla ricerca. E se la creatività culturale italiana stenta a decollare, sul fronte dell'istruzione diffusa non vi è certamente da rallegrarsi. Erbani cita una ricerca del Cede, basata su un test a cinque livelli di comprensione. "Il cinque per cento del campione aveva grosse difficoltà a comprendere il senso delle frasi primo livello, ciò significa analfabetismo strumentale. Ma un altro trentatré per cento si ferma a questo stesso primo livello, che contiene frasi di un livello di complessità come "il gatto miagola". Il livello successivo, "il gatto miagola perché ha fame", risulta già di difficile comprensione. E la somma fa il 38 per cento". Quali sono le conseguenze del sistema di istruzione che si sta delineando?
"I tagli selvaggi alla scuola per l'infanzia, al tempo pieno e al sostegno - afferma De Mauro - porteranno le nuove generazioni a rimanere al livello sociale dei propri genitori. La Moratti vuole che i ragazzi scelgano già a tredici anni il proprio profilo professionale. Ciò significa dividerli già in due gruppi, quelli votati alle alte professioni e alla manovalanza, o praxis, come dice Bertagna, il consulente del nostro ministro", aggiunge con ironia. "Lo svuotamento di senso dell'esame di diploma ci riporta indietro agli anni Venti del Novecento, prima delle riforme di Croce e Gentile"."