Il Mattino-no alla scuola di serie B
A NAPOLI "No alle scuole di serie B" I docenti del Cidi lanciano le loro proposte e puntano sul diritto allo studio DANIELA DE CRESCENZO "La scuola non è solo degli insegnanti e degli student...
A NAPOLI
"No alle scuole di serie B"
I docenti del Cidi lanciano le loro proposte e puntano sul diritto allo studio
DANIELA DE CRESCENZO
"La scuola non è solo degli insegnanti e degli studenti, l'istruzione deve essere per tutti un valore da difendere": non è solo uno slogan quello adottato dal Cidi di Napoli, ma un'idea che si è già trasformata in organizzazione. Ieri mattina, infatti, alla facoltà di Scienze Politiche di via Leopoldo Rodinò si sono incontrati esponenti del mondo della scuola, ma anche magistrati, sindacalisti, psichiatri, rappresentanti delle associazioni. Per discutere, e questa volta non per via telematica, della scuola che verrà. E soprattutto del diritto di tutti alla cultura. "Ci siamo rivolti all'intera società e non solo al mondo dell'istruzione - ha spiegato la responsabile napoletana del Cidi, Adriana Tocco - perchè avere una scuola che funzioni non è solo un interesse dei docenti, dei genitori o degli studenti, ma dell'intera società. Un' istruzione che offra pari opportunità a tutti e maggior cultura a tutti interessa tutte le parti sociali e viene da lontano, non solo dalla sinistra, ma anche dal pensiero cattolico".
Sulla stessa linea, naturalmente, Domenico Chiesa, responsabile nazionale del Cidi: "La scuola serve per lo sviluppo dei ragazzi e la crescita della democrazia. Perciò noi proponiamo di costruire percorsi culturali alti per tutti i ragazzi e riteniamo che fino a che gli studenti non compiono 16 anni questo debba essere il compito della scuola: una scelta precedente a quell'età mette in difficoltà i più deboli. Con la formazione professionale anticipata quelli che hanno bisogno di scuola vengono cacciati precocemente dalla scuola". Tante le adesioni all'iniziativa: il documento dell'associazione degli insegnanti democratici è stato firmato, ad esempio, dal magistrato Aldo Policastro e dallo psichiatra Emilio Lupo, dall'Istituto per gli studi Filosofici e dalla Fondazione Napoli 99. Tutti esponenti di una cultura "democratica" che fin dal dopoguerra si è proposta come obiettivo l'allargamento dei saperi. Tutti esponenti di un mondo messo in allarme dalle proposte di riorganizzazione della scuola contenute nella cosiddetta "bozza Bertagna". Un dibattito al quale il Cidi partecipa anche con un proprio documento. "In questo momento in cui sembra che non ci sia più niente di scontato, il Cidi intende riaprire a tutto campo la discussione" si spiega nell' introduzione.
Tre i punti principali: la difesa della scuola pubblica, il valore dell'istruzione che non può ridursi a formazione professionale, l'affermazione del ruolo dei docenti.
"Con l'introduzione del doppio canale per gli studenti (la scelta a 11 o 14 anni tra la formazione professionale e l'istruzione) si profila l'esistenza di scuole di serie A e di serie B e si presenta con l'incognita sulla sorte di migliaia di docenti che dovranno passare alla formazione professionale gestita dalle Regioni", sostiene il Cidi.
Ma al Centro di iniziativa democratica degli insegnanti non piacciono nemmeno la nuova disciplina degli esami di Stato, che favorirebbe gli istituti privati; le 24 ore di insegnamento facoltativo e la sostituzione di colleghi assenti; il mancato riconoscimento di un codice deontologico degli insegnanti; il ddl che ha introdotto, a parere dell'associazione, un "canale anomalo" di reclutamento per gli insegnanti di religione; la possibilità concessa alle scuole non statali di assumere docenti privi di abilitazione.