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Il Mese: La scienza ai tempi del web 2.0

di Vincenzo Moretti

26/05/2008
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Viva la circolazione di cervelli. No alla fuga. E allo spreco. Come avete appena letto. Ma cosa succede quando a circolare è la scienza? Naturalmente non quella che circola insieme agli scienziati o perché i database contenenti algoritmi, formule, risultati sono sempre più aperti e potenzialmente accessibili a chiunque in qualunque parte del mondo. Ma quella che circola perché si apre al contributo di chi scienziato non è. Secondo un modello che al tempo di internet è detto web 2.0. Approdato nel pianeta Scienza all’inizio di quest’anno, quando la rivista Scientific American ha pubblicato per l’appunto, diversi mesi prima dell’edizione cartacea, un articolo aperto al contributo dei lettori che descrive come i ricercatori stanno iniziando a sfruttare i wiki, i blog e le altre tecnologie caratteristiche del web 2.0 come occasione di profonda trasformazione del modo di fare scienza.
Davvero, come sostengono i promotori, la scienza basata sul web è destinata a essere non solo collaborativa ma anche notevolmente più produttiva? Difficile dirlo. È più che probabile, come sempre accade quando le idee hanno più possibilità di circolare, che questo movimento contribuirà allo sviluppo della scienza. Ma a fare la differenza saranno comunque sempre le persone. Con le loro teste e le loro mani. E le strutture che queste persone sapranno meglio sostenere.