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Il ministro rilancia: pene severe per chi produce certificati fasulli

Fioroni: «Denunceremo i medici che coprono i prof assenteisti»

24/10/2006
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ROMA — La bacchetta magica non ce l'ha, dice, ma sulla questione dei licenziamenti non torna indietro. Il successivo passaggio del ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, che tre giorni fa aveva annunciato: «Licenzieremo gli insegnanti fannulloni», in risposta a una denuncia di Pietro Ichino sul Corriere della Sera, sarà quello di chiedere la collaborazione del ministro della Salute Livia Turco.
Un tavolo tecnico, per «modificare con atti amministrativi — spiega lo stesso Fioroni — o con un eventuale disegno di legge il modo per garantire la corretta appropriazione della certificazione medica, che a questo punto riguarderebbe non soltanto i professori ma tutto il pubblico impiego. E quindi, come fare i controlli e le verifiche».
In sostanza, se alla fine di uno snellito procedimento amministrativo (adesso troppo lungo e spesso inconcludente), che è quello al quale il ministro vuole arrivare in tempi rapidissimi, mettendo la questione all'ordine del giorno del prossimo Consiglio nazionale della Pubblica istruzione, si arriva al licenziamento dell'insegnante assenteista, il rovescio della medaglia deve poter essere la perseguibilità penale del medico compiacente che ha prodotto decine di certificati fasulli. E dei quali dovrà rispondere al magistrato.
«Ho insediato il comitato nazionale scuola e legalità per approntare un piano operativo di educazione alla legalità nelle scuole — chiarisce Beppe Fioroni —. Se dobbiamo insegnare ai ragazzi che la fila va rispettata, che le leggi vanno rispettate, che gli onesti vanno premiati e i furbi e i delinquenti sono puniti, come posso tollerare che un piccolo numero di fannulloni percepiscano lo stipendio e con il loro assenteismo siano per quei giovani un esempio tanto negativo? Il mio interesse è concentrato su questo nocciolo duro».
Dovere etico, insomma, prima ancora che politico. Non è infatti la prima volta che il ministro sottolinea l'esiguo numero di mele marce. Spiega: «Il tasso di assenza nel comparto scuola è inferiore alla media nel pubblico impiego in generale. Si tratta di poche centinaia di fannulloni. Ma ci sono. E non vanno tollerati — continua — per la particolarità del loro lavoro, per la continuità didattica, per l'esempio che offrono, per la credibilità e la testimonianza dell'impegno. Quindi, ai sindacati dico: non si tratta di trovare dei capri espiatori ma di eliminare le mele marce».
Il diritto al lavoro è sacrosanto, ci mancherebbe. Ma le procedure si possono snellire, di questo Fioroni è certo. «E non vedo quali sindacati possono attaccarmi quando io sto parlando di poche unità a confronto con un milione e mezzo di insegnanti. Poche centinaia che tuttavia fanno un danno d'immagine incalcolabile».
Ma i sindacati già fanno resistenza. Se poi la faccenda si allarga a tutto il pubblico impiego, dove l'assenteismo è questione un po' più corposa che nella scuola, la cosa diventa davvero complicata. Il ministro Fioroni dovrà armarsi di pazienza e provare a resistere.


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