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Il pasticcio del bonus per la maturità licei penalizzati, favoriti tecnici e private

Punteggidiversi da una scuola all’altra.“Falsati i test per il numero chiuso”

02/06/2013
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la Repubblica


SALVO INTRAVAIA
 

ROMA
— Il bonus-maturità fa precipitare la scuola nel caos. E rischia di travolgere i test di ammissione a medicina che quest’anno inizieranno il 23 luglio. Un ragazzo che si diplomerà con 85 centesimi riuscirà a strappare 10 punti di bonus per l’accesso alla facoltà, mentre al compagno di una scuola a poche decine di metri di distanza – o di un’altra città italiana – non basterà diplomarsi con 100 e lode per avere lo stesso bonus. Possibile? Stando al decreto varato lo scorso aprile dall’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, sembra proprio di sì.
Da quest’anno, la carriera scolastica si lega a doppio filo con l’accesso alle università a numero chiuso: medicina, odontoiatria, veterinaria, architettura e professioni sanitarie. In palio, per coloro che conseguiranno il diploma almeno con 80 centesimi, ci sono 4, 6, 8 o 10 punti di bonus
da sommare all’esito del test di ammissione all’università che verrà valutato in novantesimi. Ma il meccanismo messo in piedi dall’ex ministro, Francesco Profumo, per l’attribuzione del bonus- maturità rende meno “pesanti” i voti alti conseguiti alla maturità in quelle scuole dove l’anno precedente sono fioccati i 100 e i punteggi vicini al top. Viceversa, un voto più basso conseguito in una scuola dove l’anno precedente vi furono pochi cento dà diritto a un bonus maggiore. Così, studenti che a luglio si diplomeranno con voti più bassi di altri riusciranno a ottenere bonus più alti, e studenti che si diplomeranno con gli stessi voti avranno bonus completamente diversi: zero punti o addirittura 10.
L’idea, in origine di un altro ex inquilino di viale Trastevere, Giuseppe Fioroni, poi ripresa da Mariastella Gelmini, è quella di valorizzare la carriera scolastica per l’accesso all’università. Ma la realtà sembra essere un’altra cosa. Il meccanismo scelto da Profumo ha prodotto una quantità tale di incongruenze da fare saltare sulla sedia il neoministro Maria Chiara Carrozza e il suo staff, che nelle prossime ore potrebbero
congelare tutto. Basta un esempio: uno studente del liceo classico statale Umberto I di Napoli che si dovesse diplomare con 96 centesimi non otterrebbe nessun bonus, perché l’anno scorso ben il 20 per cento degli studenti di questo istituto si è diplomato con voti superiori o uguali a 97 centesimi. Per avere 4 punti dovrebbe raggiungere i 97 centesimi e se dovesse conseguire il diploma col massimo dei voti – 100
e lode – otterrebbe soltanto 8 punti. Un compagno del liceo scientifico paritario De Nicola di Roma riuscirebbe a centrare i 10 punti di bonus diplomandosi con soli 83 centesimi, perché - secondo il ragionamento del ministero - quel voto, seppur più basso, “pesa” di più.
Il criterio adottato penalizza gli studenti dei licei classici e scientifici, tra i più assidui ai test di medicina, e avvantaggia i compagni
degli istituti tecnici e delle scuole paritarie. «È un sistema ingiusto e dannoso, per questo chiediamo che venga modificato consultando noi studenti, dice Daniele Lanni della Rete degli studenti. Per Michele Orezzi dell’Unione degli universitari «il decreto crea disparità tra studenti che contribuiscono a scoraggiare sempre più gli studenti e impediscono loro di accedere alla facoltà scelta».