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Il Patto per la scuola e «la procedura urgente e transitoria» per i precari

Il ministro Patrizio Bianchi: «Non ci sarà la sanatoria».Restano i nodi della stabilizzazione dei precari e dell’aumento contrattuale. In arrivo un provvedimento nel decreto Sostegni bis

08/05/2021
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

I sindacati non sono ancora soddisfatti e chiedono tempo e qualche modifica - non di dettaglio - prima di firmare. Al ministero dell’Istruzione si tratta ad oltranza per chiudere quello che si intitola «Patto per mettere la scuola al centro del Paese» entro il fine settimana o al massimo nei primi giorni della prossima. Dentro c’è quello che Patrizio Bianchi definisce «un nuovo modello culturale che è la base di una nuova organizzazione del lavoro nelle scuole e di ogni capacità di utilizzare l’innovazione tecnologia per il miglioramento del benessere collettivo». Si tratta di un elenco di priorità da affrontare nei prossimi mesi, dalla formazione iniziale a quella continua, alla selezione, al contratto che saranno oggetto di «tavoli tecnici dedicati per lo studio, l’analisi e la definizione di soluzioni condivise, che saranno verificate e, quando attuate, monitorate»: «Il sistema delle relazioni sindacali quale punto di confronto diventa, anche grazie a questo accordo, uno snodo funzionale cruciale per lo sviluppo di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, anche per le nuove generazioni di lavoratrici e lavoratori».

Il nodo dei precari

Non basta però questo intento a siglare quella che potrebbe essere la pax sindacale che il governo ha già stabilito anche con la pubblica amministrazione. E a suscitare tensioni e a far rischiare incomprensioni non è tanto quello che sarà la scuola nei prossimi anni, ma che cosa succederà da qui a settembre e che cosa sarà quella «procedura urgente e transitoria» che potrebbe portare in cattedra decine migliaia di nuovi docenti. Cosa che non è oggetto diretto del patto ma che dovrebbe rientrare in un provvedimento in preparazione in vista del prossimo consiglio dei ministri e che potrebbe anche entrare nel prossimo decreto Sostegni-bis: ci sarà o no la sanatoria che chiede gran parte del Parlamento (esclusi i cinquestelle), che fa litigare i due sottosegretari all’Istruzione il leghista Sasso e la grillina Floridia e che dovrebbe tirar dentro - nelle intenzioni dei sindacati, della Lega e anche di una parte del Pd - persino quei precari che lo scorso inverno non hanno passato il concorso straordinario a loro riservato per reclutare oltre 32 mila nuovi docenti da mettere in cattedra proprio il prossimo settembre? I posti liberi ci sono - i supplenti si stima che l’anno prossimo saranno 200 mila almeno - ma il concorso ordinario è stato per ora solo bandito e non calendarizzato. Al ministero dell’economia stanno facendo i conti di quante assunzioni autorizzare in base al turn over e ai posti liberi: si oscilla dagli 80 mila posti dell’anno scorso (ne furono coperti soltanto un terzo) e i 112 mila che vorrebbero i più ottimisti. Il puzzle da comporre è ancora incerto e sicuramente avrà una parola decisiva Palazzo Chigi. Al quale i sindacati chiedono numeri certi per l’aumento contrattuale che dovrà essere oggetto del prossimo contratto: per ora si parla di circa 80 euro, che si vorrebbero far salire a 0ltre cento.

Le linee del patto

Per quanto riguarda il Patto, Bianchi propone di arrivare a «programmare nuove procedure di reclutamento finalizzate ad assicurare la presenza di ogni figura professionale al primo settembre di ogni anno per superare la difficoltà della ripresa annuale delle attività scolastiche, determinata dal numero di posti di personale dirigente, docente e ATA non coperto dal personale di ruolo». Concorsi che potrebbero tenersi secondo le nuove procedure semplificate contenute nel decreto Brunetta dello scorso primo aprile. Si parla di introdurre anche una selezione che preveda un anno di corso-concorso prima della verifica finale delle competenze e l’assunzione in ruolo dei nuovi docenti. C’è una parte che riguarda «la sicurezza degli ambienti scolastici sia in relazione all’evolversi della pandemia sia con riferimento all’efficientamento energetico e sismico delle scuole, anche con attenzione al continuo aggiornamento. C’è ripresa persino la proposta di arrivare ad un Testo Unico sulla scuola, per superare la confusione che la stratificazione di regole e riforme ha finito per creare.