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Il Piccolo-Le opposizioni: "Un atto classista"

Il Centrosinistra e i sindacati contestano il blitz del ministero. La Cgil: "Vogliono lo scontro duro" Le opposizioni: "Un atto classista" Le Regioni: "Errore grave del governo: non s...

28/05/2005
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Il Piccolo

Il Centrosinistra e i sindacati contestano il blitz del ministero. La Cgil: "Vogliono lo scontro duro"
Le opposizioni: "Un atto classista"
Le Regioni: "Errore grave del governo: non siamo stati consultati"


ROMA. A preoccupare maggiormente sono i due canali di istruzione, licei e professionali, ma più in generale a essere bocciata è tutta la riforma della scuola superiore. E le critiche alle modifiche introdotte dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti non riguardano solo il merito, ma anche il metodo con cui il governo ha dato il via libera alla riforma. Non a caso, infatti, tra i primi a protestare ci sono i sindacati e le Regioni, furiosi con Palazzo Chigi per non essere stati consultati. Ma accuse arrivano anche dall'opposizione e dagli studenti, sia di destra che di sinistra, per una volta uniti contro il provvedimento.
Sembra proprio non piacere a nessuno la riforma della scuola superiore targata Moratti, la prima dopo ben 80 anni.
"Un atto classista", l'ha definita ieri la deputata diessina Alba Sasso, membro della commissione Cultura della Camera per la quale il doppio canale formativo "ribadisce la separazione fra il percorso liceale e il percorso professionalizzante, nel quadro di una concezione di stampo evidentemente classista".
La prospettiva di due scuole, una di serie A e una di serie B, non è però l'unico aspetto della riforma a preoccupare.
Per la Cisl-Scuola nel provvedimento varato si nasconderebbe l'ennesimo attacco all'istruzione pubblica. "Si conferma la linea ispiratrice della riforma - denuncia il sindacato - che è quella di creare tutti i presupposti per un progressivo deterioramento della scuola pubblica statale e dell'intero sistema formativo". Un timore condiviso anche dal segretario della Uil-Scuola Massino Di Menna, mentre per Enrico Panini, della Cgil, il provvedimento approvato "è frutto di un lungo lavorio in segrete stanze a cui non si è ritenuto di far partecipare nessuno dei soggetti a cui il ministro aveva garantito un confronto continuo". Per Panini il governo ha scelto di aprire uno "scontro duro" con la Cgil.
Se i sindacati scalpitano, le Regioni non sono da meno, soprattutto per il mancato confronto tra due istituzioni.
"Un grave errore", per Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni. "Trovo inaccettabile - è il suo commento - che il governo si riservi di acquisire un semplice parere delle regioni, mentre riserva loro integralmente il livello di istruzione e formazione, spezzando così un ordinamento che dovrebbe rimanere organico e unitario".
Al mancato coinvolgimento delle regioni fa riferimento che il diessino Andrea Ranieri, responsabile Università e Ricerca dei Ds, che parla di "strappo istituzionale e incredibile arroganza" da parte del governo, mentre il Verde Paolo Bulgarelli parla di "blitz" nei confronti delle Regioni "alle quali - spiega - la Corte costituzionale ha attribuito precise competenze per quanto riguarda la programmazione scolastica". E un invito all'Unione perché si mobiliti arriva da Rifondazione comunista. Di fronte a un governo che va avanti con arroganza- dice il partito di Fausto Bertinotti - è necessario che l'Unione insieme ai movimenti promuova una mobilitazione per la scuola pubblica.
Infine gli studenti, per una volta uniti senza distinzione di sigle. Un no bipartisan alla riforma arriva infatti sia dall'Unione degli studenti che da Azione studentesca, formazione legata ad Alleanza nazionale.
Carlo Lania