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Il popolo della Cgil a Roma difende diritti e democrazia

Due i cortei che sfileranno da piazza Repubblica e piazzale Partigiani fino a San Giovanni

27/11/2010
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Luigina Venturelli

Mentre gli studenti eleggono come epicentro della protesta a difesa dell’università pubblica alcuni monumenti simbolo del Belpaese, i lavoratori di tutta Italia si riappropriano del centro di Roma per reclamare con la Cgil più diritti e più democrazia. Un luogo, per la verità, da cui non se ne sono mai andati, anche nei mesi più neri della crisi economica ed occupazionale, quando la possibilità di un rinnovamento politico era ancora ben lontana dal manifestarsi.

PIÙ DIRITTI E PIÙ DEMOCRAZIA
Loro ci sono sempre stati, inamovibile presidio delle ragioni del mondo del lavoro contro un governo inerte nei confronti della recessione ma complice di strategie aziendali di tagli e ristrutturazioni facili: a settembre c’erano i dipendenti del pubblico impiego della Fp, ad ottobre le tute blu della Fiom, lungo tutto l’autunno gli addetti Flc del mondo della scuola e della conoscenza. Ed oggi, ancora una volta, ci sarà tutta la Cgil con i lavoratori e i pensionati di tutte le categorie, in piazza con lo slogan «Il futuro è dei giovani. Più diritti e più democrazia», per invocare, anzi pretendere a gran voce «una nuova agenda politica» che individui per il Paese «prospettive future fondate sul lavoro» e che liberi i giovani dal «grande debito per l’avvenire» che la mancanza di una politica occupazionale e industriale degna di questo nome sta scaricando sulle loro spalle. Per l’occasione si attendono nella Capitale centinaia di migliaia di persone. Il sindacato di Corso d’Italia non fornisce numeri sugli arrivi previsti, né lo farà a manifestazione conclusa, per sottrarsi alla consueta guerra di cifre tra organizzatori e questura. «Non parteciperemo a questa sorta di circo Barnum che svalorizza quello che c’è, credo che tutti avranno modo di vedere quanti saremo in piazza senza per questo partecipare a questa sorta di enalotto sindacale» ha sottolineato la segretaria generale Susanna Camusso. Si sa però con certezza degli oltre 2.100 pullman e dei 13 treni speciali riempiti fino all’ultimo posto disponibile.


Due i cortei previsti, uno da piazza dei Partigiani e l’altro da piazza della Repubblica: entrambi inizieranno a muoversi verso le 10 per poi confluire a piazza San Giovanni verso mezzogiorno, dove prenderanno la parola - tra gli altri - alcuni rappresentanti degli alluvionati del Veneto, dei migranti di Brescia, degli operai Fiat, dei precari della pubblica amministrazione, fino all’intervento conclusivo di Susanna Camusso, al suo battesimo di folla in veste di leader Cgil dopo il passaggio di consegne con Guglielmo Epifani. La piattaforma con cui il sindacato di Corso d’Italia si presenta in piazza è ampia ed articolata. Comincia da «un lavoro stabile e dignitoso» per continuare con i necessari corollari della riforma degli ammortizzatori sociali e della contrattazione, fino a un sistema fiscale più equo, un welfare inclusivo e solidale, un rilancio effettivo del Mezzogiorno e il diritto alla conoscenza. Una piattaforma di generale rilancio economico e sociale del Paese, intorno alla quale si raccoglieranno non solo i lavoratori e i pensionati, ma anche gli studenti, le associazioni della società civile e i partiti politici del centrosinistra. Tra le tante adesioni arrivate in Corso d’Italia, quella delle associazioni studentesche e universitarie, l’Anpi e l’Arci, quella di Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori e Federazione della Sinistra, mentre il Pd sarà presente con una nutrita delegazione guidata dal segretario Pierluigi Bersani e dalla presidente del partito Rosy Bindi. Sarà una manifestazione «di grande partecipazione», ha preannunciato ieri la segretaria generale, forte delle notizie «estremamente positive» ricevute dalle strutture territoriali. Ed ovviamente pacifica, secondo lo stile dimostrato dalla Cgil nella sua centenaria storia di mobilitazioni. Da registrare, comunque, dato il momento politico e sociale carico di tensione, la circolare che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inviato a prefetti e questori «per monitorare le partenze per la capitale e potenziare il controllo del territorio». Ai lavoratori, ancora una volta, dimostrare la loro forza imponente, determinata e pacifica.