Il posto lontano da casa non spaventa i prof solo 244 dicono di no
Accetta il 97 per cento ma oltre 7000 cattedre restano senza docente a tempo indeterminato
Con la fase B della Buona scuola, chiusa venerdì scorso a mezzanotte, sono state assegnate 8.532 cattedre, che vanno ad aggiungersi alle 29.000 date nella prima metà di agosto dai provveditorati locali. Per questa seconda tranche oltre il 97 per cento dei docenti ha accettato la proposta di assunzione del ministero dell’Istruzione. In 52 hanno rinunciato esplicitamente, in 192 non hanno risposto e, quindi, 244 precari di prima fascia non entreranno in ruolo ed escono dalle graduatorie. Il boikot cattedre non è riuscito. Lo si era capito con i numeri sull’invio dei moduli online entro il 14 agosto (71.643). Ora l’accettazione di massa delle proposte del Miur (e almeno settemila neodocenti dovranno lasciare la propria provincia di residenza al Sud e nelle Isole) conferma la scelta degli insegnanti precari italiani. «Siamo soddisfatti», ha detto il ministro Stefania Giannini, «il piano straordinario di assunzioni va avanti. Stiamo dando alla scuola i docenti di cui ha bisogno per garantire ai nostri studenti un’offerta più ricca e abbiamo raddoppiato il Fondo per il funzionamento scolastico, che passa da 110 milioni a 223». Dopo le prime due fasi 7mila e 200 cattedre resteranno senza un insegnante a tempo indeterminato. Anche in Sicilia e in Campania sono rimasti posti vacanti. Alla fine delle tre fasi (mancano i 55 mila posti da assegnare a novembre sulle materie rafforzate e su indicazione delle singole scuole) 22.000 posti in ruolo dei 102.734 totali non avranno copertura definitiva e saranno redistribuiti in supplenze annuali tra i precari della seconda fascia. Non si esauriranno, quindi, le graduatorie Gae, non si porrà fine alla “supplentite” (si calcola che quest’anno saranno 60 mila i docenti non di ruolo), e molti istituti non potranno assicurare continuità didattica. L’inizio della Buona scuola (per la maggior parte degli istituti italiani martedì 15 settembre) si preannuncia più difficile delle stagioni precedenti. Il primo dicembre, poi, sarà bandito il concorsone per 80mila posti. Ieri la Giunta regionale pugliese ha approvato il ricorso alla Corte costituzionale contro la legge 107, il secondo ricorso dopo il Veneto. Giuseppe Civati annuncia che il referendum contro i poteri del preside è a quota 150.000 firme (su 500.000 necessarie) e dalla recente assemblea di Bologna dei docenti contro è partito il decalogo per il boicottaggio dell’inizio dell’anno scolastico.