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Il preside: «Ma attenti gli specializzandi non sono tappabuchi»

preside di Medicina e Farmacia, Eugenio Gaudio è anche a capo della Conferenza dei presidi di Medicina e lancia un appello a governo e Regioni

29/07/2011
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Il Messaggero

ROMA - Con le sue 52 scuole di specializzazione la Sapienza copre il 9% del sistema complessivo di formazione post laurea dei camici bianchi. Dall’ateneo arriva la promozione del preside di Medicina e Farmacia, Eugenio Gaudio, alla proposta dei ministri Fazio e Gelmini. Gaudio è anche a capo della Conferenza dei presidi di Medicina e lancia un appello a governo e Regioni: «Lo specializzando dovrà continuare la propria formazione, non fare il tappabuchi».
C’è il rischio che finisca così, preside?
«Sì se non ci sarà controllo. È un bene che si sia deciso di eliminare i tempi morti della formazione. Oggi il tirocinio valutativo per l’abilitazione avviene dopo la laurea. In molti per completarlo perdono il test di ingresso alla scuola di specializzazione. Anche la laurea abilitante è un passo per risparmiare tempo. Sulla specializzazione è giusto ridurre gli anni di studio: ci allineiamo all’Europa. Ma sugli anni di pratica bisognerà essere chiari».
Come si può evitare che accada?
«Le scuole di specializzazione dovranno mantenere la loro centralità nella gestione del rapporto con le strutture che ospiteranno gli specializzandi. La pratica, comunque, è una grande opportunità. Oggi spesso se ne fa poca. La riforma ha grosse potenzialità ma bisogna evitare che chi è in formazione diventi un praticone messo a fare un po’ di tutto».
A. Mig.