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Il sì alla cattedra da 8.532 precari Ecco dove andranno

Scuola, sono il 97%. In totale rifiutano in 244

13/09/2015
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Corriere della sera

ROMA La maggior parte insegnerà in Lombardia (2.586). Poi nelle scuole del Lazio (1.516), del Veneto (965), dell’Emilia (792) e del Piemonte (757). Tutte coperte le 18 cattedre del Molise, le 83 dell’Abruzzo e le 26 della Basilicata. Quattordici no a quelle lombarde, cui si aggiungono ben 50 mancate risposte. Ma alla fine, su 8.776 proposte di assunzione, in 8.532 hanno detto sì alla Buona scuola. Nonostante tutto. Che significa per la maggior parte dei prof che hanno accettato il posto a tempo indeterminato in questa fase B del piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla Buona scuola preparare le valigie e partire. Verso la Lombardia prima di tutto, che con le sue 2.650 cattedre vuote guidava la classifica del fabbisogno di prof. Ma anche verso il Lazio, Roma soprattutto, e poi il Veneto e il Piemonte.
Il 97 per cento comunque ha accettato. Due su tre si sposteranno di regione, anche centinaia di chilometri. Per molti però il trasloco resterà per ora sulla carta. Approfitteranno della possibilità data dal comma 99 della legge 107 che permette un altro anno di supplenza vicino casa. «Intanto restiamo qui, poi magari qualcosa cambierà», dice la pro-fessoressa Luna Brunone, neoassunta a Roma per il sostegno, ma per il 2015-2016 ancora docente di lettere a Lamezia Terme, mamma di due bambini. «Io a Roma spero proprio di non andare mai — dice —, confido in cambiamenti nei prossimi mesi, intanto già in aprile potrò fare domanda per restare a Lamezia». E come lei la pensa la maggior parte di quelli che già ha dato l’ok per la supplenza di quest’anno. Non tutti ce l’hanno fatta: chi non ha ottenuto la supplenza, partirà subito.
Ma in 244 hanno detto no alla Buona scuola. In 52 lo hanno fatto in maniera esplicita rimandando la proposta di assunzione al mittente, il ministero dell’Istruzione. Gli altri 192 non hanno proprio risposto.
La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini comunque esulta: «Siamo soddisfatti, il piano straordinario di assunzioni va avanti: stiamo dando alla scuola i docenti di cui ha bisogno per garantire ai nostri studenti un’offerta più ricca che risponda ai loro bisogni formativi e guardi al futuro». E il sottosegretario Davide Faraone, che a chi protestava per gli spostamenti troppo lontani diceva: «I precari assunti ora potranno farsi un mutuo», oggi ribadisce: «Non c’è stato alcun boicottaggio, gli insegnanti hanno capito che il governo sta dando loro un’opportunità, adesso potranno finalmente avere una stabilità economica e professionale. E la scuola una didattica di qualità». Ma i sindacati parlano invece di «pistola puntata alla tempia» e ricordano che chi non accettava l’assunzione, restava fuori dalla scuola per sempre. In realtà, gli esclusi potranno partecipare al concorso straordinario del prossimo anno: circa 80 mila i posti in ballo.
Ma la scuola, che per quasi tutti gli studenti d’Italia riparte tra domani e martedì, continuerà ad avere migliaia di supplenti. Ci saranno docenti che copriranno cattedre di qualcun altro che ha preferito restare supplente per un anno vicino casa e insegnanti che andranno su cattedre vuote perché il cervellone del Miur non ha trovato i docenti adatti cui assegnarle. Le graduatorie ad esaurimento, che il piano straordinario di immissioni doveva vuotare, continuano ad essere affollate.
I precari di seconda fascia, quelli abilitati e specializzati, ma che dovranno fare il concorso per ottenere l’assunzione, continueranno ad insegnare. Ma questo, lo ha detto più volte la Giannini, per la Buona scuola è solo un anno di transizione. Il 2016 tutto andrà al posto giusto.
Claudia Voltattorni