Il sole 24 ore - La parità in cinque mosse
In poche settimane, il ministro Moratti ha già cambiato l'equilibrio del sistema pubblico-privato La "parità" in cinque mosse Al lavoro la commissione che dovrà elaborare il progetto di riforma...
In poche settimane, il ministro Moratti ha già cambiato l'equilibrio del sistema pubblico-privato
La "parità" in cinque mosse
Al lavoro la commissione che dovrà elaborare il progetto di riforma dell'istruzione non statale
Marco Ludovico
(NOSTRO SERVIZIO) ROMA - La parità scolastica avanza con decisione, anche se a passi felpati. I tempi per una legge di riforma sono ancora prematuri e al ministero dell'Istruzione, così come in Parlamento, si pensa che la questione sarà affrontata l'anno prossimo. Comunque, presto: se le condizioni politiche lo consentiranno, si partirà all'inizio del 2002. Nel frattempo, il ministro Letizia Moratti va avanti con fermezza. E ha preso alcune decisioni che hanno posto solide basi al progetto di riordino del sistema pubblico-privato dell'istruzione. I sindacati che sciopereranno domani, e la Cgil, in particolare, sostengono che il ministro vorrebbe "smantellare la scuola pubblica". Letizia Moratti, invece, ricorda regolarmente che "oltre il 93% dell'istruzione è rappresentata dal sistema statale" e che si sta dedicando "al suo rilancio". Nei confronti dell'insegnamento privato, però, l'attuale ministro sta dimostrando una sensibilità molto diversa da quella dei suoi predecessori. A cominciare, ovviamente, da un passaggio obbligato, e cioè i rapporti con la Chiesa. Del resto, la maggioranza degli istituti non statali è di cultura, gestione e proprietà del mondo cattolico. La prima mossa del ministro è stata fatta a luglio. In occasione del decreto legge sull'avvio regolare dell'anno scolastico, Viale Trastevere ha inserito una disposizione che riconosce ai docenti che hanno fatto una supplenza annuale in un istituto non statale lo stesso punteggio previsto nel caso di una scuola pubblica. I sindacati hanno protestato, ma la norma è passata in Parlamento. Non solo: ha avuto anche l'ok della Margherita e, in particolare, dei deputati che vengono dalle file del Partito Popolare. Questa maggioranza "trasversale" è ritenuta la carta vincente per la riforma della parità e alla creazione di questa situazione politica sta lavorando intensamente il presidente della commissione Istruzione di Montecitorio, Ferdinando Adornato (Forza Italia). È già arrivato un altro segnale favorevole. Il Governo, infatti, sta per approvare un disegno di legge che immette in ruolo gli insegnanti di religione (si veda IlSole-24Ore di domenica scorsa). È un provvedimento atteso da 150 anni ed è stato salutato con favore dalla Chiesa, tanto che il cardinale Camillo Ruini, Presidente della Cei, ha telefonato al ministro dell'Istruzione per esprimere il suo apprezzamento. Segnali positivi, anche in questo caso, sono arrivati dalla Margherita. Di diverso avviso Giorgio La Malfa (Forza Italia), presidente della commissione Finanze della Camera, che annuncia il suo voto contrario e avverte: "Il processo per la parità è stato ormai innescato e oggi non può che proseguire. Occorre però ricordarsi che è stata la Sinistra a iniziarlo". Ma non basta. Dopo diversi mesi di attesa, è stata partorita la commissione ministeriale che dovrebbe elaborare un progetto per la parità scolastica. Il gruppo di lavoro è presieduto da Mariolina Moioli, consigliere del ministro, e quasi tutti i componenti della commissione sono rappresentanti del mondo cattolico. Diversi sono simpatizzanti del Partito Popolare. Il difficile mosaico della parità, dunque, si comincia a comporre sempre di più. Non si può nemmeno escludere che, alla fine, il progetto venga realizzato - come alcuni sostengono - per via amministrativa, senza una legge. Un passaggio in questo senso è stato fatto con una circolare del ministero che consente agli istituti non statali di assumere docenti non abilitati. La nota del ministero ha l'obiettivo di venire incontro a un problema creato paradossalmente proprio da viale Trastevere. Le massicce immissioni in ruolo dei docenti fatte quest'anno hanno sottratto migliaia di insegnanti al sistema di istruzione non statale, che si è trovato con le cattedre vuote. Le condizioni poste per l'assunzione dei professori non abilitati sono piuttosto severe, tanto da aver suscitato le proteste di Luigi Sepiacci, presidente dell'Aninsei (istituti non statali di ispirazione laica). I sindacati, invece, hanno gridato di nuovo allo scandalo. E si sono poi ulteriormente agitati, quando hanno appreso che nelle private circola l'ipotesi di assumere i docenti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Subito sono partite per Viale Trastevere le richieste di chiarimento di Cgil, Cisl, Uil e Snals. Obiettivo: scongiurare un'iniziativa che proviene dalla Filins, una federazione di scuole non statali, insieme agli autonomi della Cisal e dell'Ugl. Nel frattempo, Governo e maggioranza preparano altre "mosse" per la parità scolastica