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Il Sole 24 ore - Posto fisso per il prof di religione

Posto fisso per il prof di religione Il Sole 24 ore - 04-11-2001 Dopo quasi 150 anni, arriva un provvedimento "storico" sull'insegnamento della dottrina cattolica Posto fisso per il prof d...

05/11/2001
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Il Sole 24 Ore

Posto fisso per il prof di religione
Il Sole 24 ore - 04-11-2001

Dopo quasi 150 anni, arriva un provvedimento "storico" sull'insegnamento della dottrina cattolica

Posto fisso per il prof di religione
All'esame di Palazzo Chigi il disegno di legge del ministro Moratti - Oltre 20mila i docenti interessati

di Marco Ludovico
(NOSTRO SERVIZIO) ROMA - Gli insegnanti di religione saranno immessi nei ruoli dello stato. Accadrà fin dall'anno prossimo, se il Parlamento approverà rapidamente il disegno di legge messo a punto dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. Il testo di Viale Trastevere è stato trasmesso a palazzo Chigi e potrebbe essere esaminato già al prossimo Consiglio dei ministri. Non appena sarà terminata la sessione di bilancio con l'approvazione della Finanziaria, il Ddl Moratti affronterà il dibattito parlamentare. È un provvedimento di portata "storica", visto che la discussione sull'opportunità di inserire nei ruoli statali anche i professori di religione dura ormai da quasi 150 anni (si veda la scheda a fianco). Interessati all'operazione sono circa 20mila insegnanti che dovranno superare un concorso per titoli, più un esame che deve "unicamente accertare la conoscenza dell'ordinamento scolastico, gli orientamenti didattici e pedagogici e gli elementi essenziali della legislazione scolastica", come si legge nella bozza del Ddl. Il 70% degli attuali docenti di religione sarà assunto a tempo indeterminato, il resto avrà un contratto a termine. Il testo predisposto dal ministro dell'Istruzione si rifà strettamente agli accordi del 1984 tra lo Stato e la Chiesa, che hanno rivisto il Concordato del '29, firmati dall'allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi, e dal segretario di Stato della Santa Sede, Agostino Casaroli. Sono distinti due ruoli: quello che riunisce materne ed elementari e l'altro che raggruppa la scuola secondaria. I concorsi successivi al primo, che costituisce una sorta di "sanatoria" dell'attuale situazione, si svolgeranno ogni tre anni, su base regionale. Le selezioni saranno per titoli ed esami. I titoli richiesti sono quelli previsti dalle intese dell'84: non è necessaria, dunque, la laurea. Per l'insegnamento della religione, inoltre, rimane indispensabile l'assenso del vescovo. Le dotazioni organiche sono stabilite invece dal dirigente regionale del ministero dell'Istruzione. Dopo il concorso, l'assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato è disposta dallo stesso dirigente regionale "d'intesa con l'ordinario diocesano competente per territorio", cioè il vescovo o un suo delegato. Secondo l'articolo 3 del disegno di legge lo stesso prelato può revocare l'idoneità al docente interessato in base alle condizioni stabilite dal codice canonico. In caso di revoca, il provvedimento prevede che l'insegnante non perda il posto di lavoro, ma possa usufruire delle opportunità offerte dalle leggi dello Stato in materia di mobilità professionale: il docente interessato può dunque passare a un'altra cattedra, se ha i titoli per insegnare un'altra materia. Il concorso che sarà bandito subito dopo l'approvazione del disegno di legge in Parlamento è riservato agli insegnanti di religione cattolica "che abbiano prestato servizio continuativo per almeno quattro anni e per un un orario non inferiore a quello d'obbligo". Una volta entrati nei ruoli, ai docenti di religione si applicano "le norme di stato giuridico e il trattamento economico previsto dal testo unico" in materia di pubblica istruzione. Il provvedimento prevede una spesa di 7milioni e 700mila euro (pari a circa 15 miliardi di lire) per il 2002 e 24 milioni di euro (pari a 47 miliardi) a decorrere dal 2003. La proposta di Letizia Moratti sarà certamente gradita in Vaticano, anche se non mancheranno polemiche molto vivaci e la battaglia parlamentare non sarà facile, nonostante i numeri della maggioranza. La materia, infatti, è molto delicata, in modo del tutto analogo alla questione della parità scolastica sulla quale, peraltro, si preannunciano a breve novità molto interessanti. Sui docenti di religione il Senato nella scorsa legislatura era riuscito a licenziare un testo dopo mesi di discussione accesa, ma poi il testo si è arenato a Montecitorio. Adesso l'iniziativa del ministro trova il plauso di alcune associazioni e forze sindacali interessate. "Non possiamo che esprimere soddisfazione per la scelta di Letizia Moratti" dice Daniela Colturani, segretario generale della Cisl Scuola, uno dei sindacati maggiormente rappresentativi della categoria. "Il provvedimento era stato più volte sollecitato in passato e ora evidentemente c'è la giusta sensibilità verso la materia". Un giudizio positivo arriva anche da Sergio De Carli, presidente dell'Anir (Associazione nazionale insegnanti di religione). "Mi pare che si tratti di un buon testo, che potrebbe risolvere finalmente una discussione che non sembrava finire mai. Le condizioni richieste per l'accesso, però, non sono esattamente quelle stabilite dallo Stato per i precari. Ai docenti di religione viene richiesto un'esame e quattro anni di anzianità, mentre per gli altri sono sufficienti 360 giorni di insegnamento".