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Il test La prova tra le proteste. Al Sud voti più bassi

In 77 mila sui banchi per iscriversi ai corsi di Medicina

05/09/2012
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Corriere della sera

 Aule blindate, zaini e cellulari sequestrati, qualche stranezza — come il 63enne che ha tentato la sfida a Napoli — e molti striscioni di protesta contro il numero chiuso: così anche quest'anno si è svolto il test di ammissione ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia e in Odontoiatria. Settantasettemila candidati a cimentarsi con 80 domande per accaparrarsi 11 mila posti complessivi (10.173 per Medicina e 918 per Odontoiatria) nelle università statali italiane: sette aspiranti camici bianchi per ogni posto, una sfida tanto più ardua quanto più si sale geograficamente lungo lo stivale. Anche se quest'anno le graduatorie saranno per gruppi di atenei regionali, e non per singole università, si intuisce che per chi tenta il test in Sardegna (dove l'anno scorso bastava un punteggio minimo di 41,75 per entrare) i giochi sono molto più semplici che per chi lo prova a Padova, Trieste o Udine, dove nel 2011 serviva un punteggio minimo di 48 per essere ammessi nella graduatoria degli idonei.
Quest'anno per la prima volta i candidati totali (97.284, considerando anche le 15mila domande ricevute dalle private, dove i test si sono già svolti) sono in calo (-8,8%), mentre crescono le domande per i corsi in inglese, dove i test di accesso si svolgeranno oggi (4.369, 18 candidati per ogni posto). I numeri sono in calo in città come Siena (-42,5%), L'Aquila (-28,8%), Campobasso (-51,9%), Sassari (-17,1%). Tiene Roma con l'incremento record del +19,1% di iscritti a Tor Vergata. I risultati dei test verranno pubblicati domani sul sito dedicato all'accesso programmato del Miur, dove gli studenti dovranno dichiarare, entro il 10 settembre, il loro interesse all'immatricolazione e indicare le proprie preferenze. Entro il 17 settembre la graduatoria definitiva.
In attesa di conoscere i risultati, però, a tenere banco sono le polemiche. Ieri a Roma, Bari, Padova, Milano, Pisa, Siena e in tante altre città, si sono svolti flash-mob e contestazioni degli studenti per richiedere «l'eliminazione di ogni barriera all'accesso». Link Coordinamento universitario ha srotolato striscioni con scritto «Profumo di chiuso. ConTESTiamolo!-liberiamo i saperi». Secondo i collettivi di Ateneinrivolta i test avrebbero come unico scopo quello di «rimpinguare le casse delle università pubbliche»: in realtà per partecipare ai test di accesso si spendono dai 25 euro (Roma Tre) ai 75 (Pavia), passando per i 35 euro della Sapienza di Roma e i 55 dell'università del Molise. «L'Italia è al di sotto della media del numero dei laureati, ma negli anni i governi non hanno fatto altro che aumentare le università a numero chiuso», spiegavano i rappresentanti di Studenti Per che ieri distribuivano volantini. «Prova fallace nei metodi e nei contenuti», criticava l'Unione degli universitari, presente davanti a tutte le aule per supportare gli studenti. «Ma lo sanno che 3.000 di questi futuri laureati non troveranno un posto nelle scuole di specializzazione o nei corsi per medici di base?», replica Andrea Lenzi, presidente del Cun (Consiglio universitario nazionale).
Valentina Santarpia