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Il Tirreno-I nostri bimbi? Chi non ha soldi li lascerà in strada"

protesta di alcuni genitori, politici e sindacati "I nostri bimbi? Chi non ha soldi li lascerà in strada" ...

05/11/2003
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Il Tirreno

protesta di alcuni genitori, politici e sindacati
"I nostri bimbi? Chi non ha soldi li lascerà in strada"


LIVORNO. Fioccano, preoccupate, lettere ed interventi sulle possibili conseguenze della riforma Moratti per la scuola elementare.

"I bimbi? Andranno in strada..." La responsabile scuola dei Ds Antonella Micagli scrive: "Nonostante le irritanti rassicurazioni del ministro in tal senso, non ci sarà più la possibilità per i bambini della scuola elementare di scegliere il tempo pieno (anche per coloro che già quest'anno ne usufruiscono): al posto delle 40 ore attuali del tempo pieno, gli insegnanti faranno massimo 27 o 30 ore settimanali, mensa esclusa. I comuni, viste le ingenti decurtazioni di fondi statali agli enti locali, non potranno certo finanziare la refezione ordinaria, il personale aggiuntivo ecc. per tutte le scuole della città. Si tratta di un taglio definitivo che spazza via il tempo pieno e tutte quelle esperienze fin qui fatte nella scuola pubblica per favorire l'apprendimento dei ragazzi e rispondere alle esigenze delle famiglie. Dall'anno prossimo il pomeriggio ognuno potrà sicuramente mandare i propri figli dove vuole: dal corso di chitarra a quello di pittura... Certo non a scuola e, s'intenda, basta che paghi". E ancora: "Chi non può pagare lascerà i figli a giocare per la strada. Inoltre questa misura (e non solo, viste le mancate immissioni in ruolo promesse a suo tempo) andrà a colpire pesantemente la classe docente: nella nostra città molti insegnanti saranno trasferiti poiché "perdenti posto" e i precari avrebbero dovuto finalmente passare in ruolo dopo anni e anni di attesa si troveranno ancora a lottare con la loro incertezza lavorativa.

Raccolta di firme dei genitori della Carlo Bini Anche i genitori degli alunni della scuola elementare Carlo Bini si mobilitano per dire no alla riforma Moratti, riforma - si dice - che "penalizzerebbe la scuola pubblica mettendo in seria difficoltà le famiglie, coloro che operano nella scuola, ma soprattutto l'istruzione che deve essere garantita a tutti e non può essere mercificata". Per questo organizzano una raccolta di firme per un'iniziativa di protesta.

Genitori Democratici e Cgil mobilitate. "Prime conseguenze nefate del provvedimento governativo - scrivono per il Cgd (coordinamento genitori democratici) e per la Cgil Scuola Massimo De Santi e Angelo Pedani - sono: l'abolizione del tempo pieno e prolungato, la riduzione dell'offerta formativa obbligatoria nella scuola elementare e media, la trasformazione della scuola d'infanzia in un supermarket assistenziale". "Tutto ciò sta avvenendo - dicono - senza alcun confronto né ascolto da parte degli operatori scolastici, senza coinvolgere in modi e tempi adeguati le famiglie e la società civile, in spregio ad un valore universale quale quello della scuola pubblica statale, fattore indispensabile per la coesione e l'identità culturale della società del nostro Paese". Il Coordinamento Genitori Democratici (Cgd) e la Cgil-Scuola di Livorno rivolgono a tutte le organizzazioni sindacali, le associazioni professionali, l'associazionismo e i movimenti, i genitori, gli studenti, gli enti locali e il mondo del lavoro, l'invito ad avviare un confronto di merito, al di sopra delle appartenenze e degli schieramenti politici per rendere consapevole tutta la società civile, per respingere il disegno del governo e per "affermare le ragioni di una buona scuola pubblica, democratica e laica". Il Cgd e la Cgil-Scuola invitano a promuovere una iniziativa pubblica entro la seconda decade di novembre prossimo, in previsione della manifestazione nazionale programmata per sabato 29 novembre.