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Il Tirreno-Prato-Manifestazione dei sindacati contro la riforma Moratti

Manifestazione dei sindacati contro la riforma Moratti PRATO. Un attacco frontale alla ...

27/05/2004
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Il Tirreno

Manifestazione dei sindacati contro la riforma Moratti


PRATO. Un attacco frontale alla riforma Moratti. Dire un no deciso alla cosiddetta "cura Moratti", ma soprattutto dare un'informazione corretta ai cittadini. Sono questi gli obiettivi della manifestazione, organizzata da Cgil e Cisl scuola prevista sabato alle 17 tra via Garibaldi e via Pugliesi. Saranno distribuiti dei volantini, ma si raccoglieranno anche delle firme da inviare immediatamente al ministro.
"Il nostro scopo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica, spesso disinformata dalla televisione, riguardo ad alcune delle questioni che noi riteniamo fondamentali per il mondo della scuola - spiega Raffaello Biancalani, segretario provinciale della Cgil scuola - Quesi problemi vanno da una diminuzione, qualitativa più che quantitativa, delle ore a disposizione per arrivare al tema dei precari".
"La situazione dei precari a Prato, ma non solo, in alcuni casi rasenta il dramma - aggiunge Rosa Mongillo, segretario provinciale della Cisl scuola - Infatti su 350 posti vuoti, compreso il personale non docente, abbiamo solo una cinquantina di nuove immissioni previste".
Nel resto d'Italia la situazione non è migliore: 150.000 posti della scuola vuoti con 15.000 nuove assunzioni previste, compreso il personale Ata.
Inoltre, esistono addirittura casi di cinquantenni ancora precari, con 25 anni di precariato ormai alle spalle e che ancora sperano in un posto fisso.
"Quello che ci preme dire - sottolinea Rosa Mongillo - è che la nostra non è un'iniziativa politica e quindi non vogliamo strumentalizzazioni, per questo abbiamo coinvolto solo comitati di genitori e non i partiti".
Un'altra forte critica fatta dai sindacati alla riforma Moratti riguarda la sua approvazione in parlamento: "Si tratta di una legge delega, di un decreto governativo - spiega Biancalani - ed è un fatto gravissimo, perchè il governo non può decidere cosa si insegna nelle scuole, dovrebbe discuterne tutto il parlamento".
Marco Toccafondi