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Il Tirreno-Tanti bimbi stranieri, pochi mediatori

Tanti bimbi stranieri, pochi mediatori La preside del Marco Polo: "Tanti problemi e le risorse scarseggiano" STEFANIA SANDROLINI ...

14/09/2004
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Il Tirreno

Tanti bimbi stranieri, pochi mediatori
La preside del Marco Polo: "Tanti problemi e le risorse scarseggiano"
STEFANIA SANDROLINI


PRATO. La riforma Moratti ha mandato in pensione la figura del mediatore linguistico. Un problema per le scuole pratesi, dove la presenza di studenti stranieri è altissima. Per capire che tipo di provvedimenti si stanno prendendo a Prato per ovviare alla mancanza degli insegnanti delegati a tempo pieno all'alfabetizzazione e all'inserimento degli alunni extracomunitari abbiamo interpellato la preside dell'istituto comprensivo Marco Polo, Cristiana Baldi.
Preside che, tra le altre scuole, dirige anche le elementari Filzi e Guasti dove si registra un vero record di iscrizioni di bambini stranieri. "Stiamo per varare un nuovo progetto interculturale coordinato da Sandra Martini che partirà a breve con i laboratori di alfabetizzazione e ci appoggeremo come in passato al facilitatore linguistico messo a disposizione dal Comune - annuncia la preside del Marco Polo - Le risorse a disposizione, però, sono poche e alcuni insegnanti che erano stati distaccati per lavorare a favore del buon inserimento dei bambini stranieri son dovuti ritornare alle loro cattedre. Penso, per esempio, al professor Riccardo Consorti che, pur conoscendo il cinese, da quest'anno è tornato a tenere lezioni di educazione tecnica alle scuole medie".
Gli insegnanti in grado di sostenere gli studenti stranieri con qualche difficoltà di inserimento, da quest'anno, non potranno più dedicarsi a solo a questa attività. Per portare avanti progetti importanti, come i laboratori "Passaparola", al Marco Polo si potrà contare solo su un piccolo fondo messo a disposizione dal Csa. Eppure, nella gestione di classi multietniche, i problemi non mancano.
"Si tratta di un lavoro complesso fin dall'iscrizione - sottolinea la preside Baldi - I bambini extracomunitari, soprattutto cinesi, continuano a iscriversi durante tutto l'anno e non solo entro i termini prefissati. Da qualche biennio in qua, sia a settembre che a marzo, abbiamo puntualmente un piccolo boom di richieste".
Una volta entrati in classe, poi, i bambini stranieri non reagiscono tutti allo stesso modo. C'è anche chi senza un aiuto specifico vive un vero e proprio disagio. "Qualcuno, per manifestare la sua contrarietà al trasferimento in Italia, arriva perfino al mutismo assoluto e al rifiuto del cibo - spiega la Baldi - Si tratta di pochi casi, generalmente sono i bambini che hanno trascorso il periodo prescolare nella patria di origine dei genitori, ma hanno certamente bisogno di insegnanti e lezioni dedicate".
La presenza dell'insegnante-mediatore linguistico, in qualche caso, è fondamentale anche per risolvere eventuali problema con i genitori stranieri.
"Soprattutto i cinesi hanno la tendenza a dimenticarsi i figli a scuola ben oltre la fine delle lezioni e bisogna chiamarli perchè vengano a riprenderli - racconta la preside - In questo caso, l'ausilio di un insegnante che fa anche da interprete, è fondamentale per spiegare le regole".
All'istituto Marco Polo, qualche anno fa, fu creata anche una classe sperimentale tutta cinese. "Fu un'esperienza estremamente positiva. Prova ne è il fatto che gli studenti di quella classe quest'anno hanno tutti brillantemente superato l'esame di terza media e si sono iscritti alle scuole superiori - dice Cristiana Baldi - Con l'attuale carenza di organico, però, si tratta di un progetto pilota che non può essere esportato".