Imprese, la ricerca dei tecnici Perché gli Its sono la vera svolta
L’endorsement d’eccezione è stato quello di Mario Draghi qualche settimana fa.
Irene Consigliere
L’endorsement d’eccezione è stato quello di Mario Draghi qualche settimana fa. Il presidente del Consiglio ha tenuto a sottolineare, durante un suo discorso programmatico in Parlamento, l’importanza degli Its, gli Istituti Tecnici Superiori, definendoli come «pilastro educativo» come accade da anni in altri Paesi europei, dalla Francia alla Germania. A dimostrare l’importanza della dichiarazione: nel Recovery Fund viene riservato un finanziamento di rilievo di 1,5 miliardi di euro. Draghi evidenzia comunque: «Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che le risorse vengano sprecate».
I primi sono nati nel 2010. Sono in tutto 109 sul territorio italiano con poco meno di 18.500 iscritti e garantiscono l’occupazione per oltre l’80%, ma sono ancora poco frequentati. Vi si accede al termine di una scuola secondaria superiore, durano due anni, e a volte anche tre. Sono sostenuti dal Fondo Sociale europeo e dalle aziende del territorio, perché nascono con l’obiettivo di formare nuove figure professionali per i distretti produttivi dove sono localizzati. E’ la Lombardia con venti Its a garantire la maggiore offerta formativa, seguita da Campania e Sicilia con 9 Istituti, dal Lazio con 8 scuole, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana con 7 percorsi(banca dati Indire).
Ma quali sono al momento i profili più richiesti dal mercato? Secondo un’elaborazione di Confindustria su dati Excelsior- Unioncamere presentati lo scorso 27 maggio in occasione di Orientagiovani, anche in un anno critico come quello passato le imprese hanno ricercato e non trovato 110 mila profili STEAM (Scienze, Tecnologia, Engineering, Arte, Matematica), vale a dire l’equivalente di una città intera come Terni. «Le competenze STEAM sono le competenze del futuro, di un nuovo Rinascimento italiano. Orientare i giovani verso questa formazione è necessario per colmare il gap di profili ricercati dall’industria. Per questo abbiamo pensato al concetto di Steam Space per cambiare il volto della scuola italiana», riferisce Salvatore Brugnoli, vice presidente per il capitale umano di Confindustria.
Tecnologia e arte
L’anno scorso le imprese hanno cercato e non trovato 110 mila profili «Steam»
Alcuni esempi: uno dei più longevi è l’Its Caboto di Gaeta, nato nel 2010, fondato dalla D’Amico società di navigazione, sostenuto tra gli altri dalla F.lli d’Amico, Mobylines, Eni Lng Shipping, Prysmian Cable&Systems. La proposta formativa per il 2021 sarà di diversi nuovi corsi: per tecnico superiore per la mobilità delle persone e delle merci — conduzione del mezzo navale (Ufficiale di Coperta), tecnico superiore per la mobilità delle persone e delle merci, gestione degli apparati ed impianti di bordo (Ufficiale di Macchina), tecnico superiore per l’infomobilità e le infrastrutture logistiche-gestione della logistica integrata e dei processi di spedizione.
In Lombardia c’è l’Its di Meccatronica che offre diversi percorsi a Sesto San Giovanni di meccatronica biomedicale, autoferrotranviaria, industriale, dei veicoli ecosostenibili, a Bergamo e Lecco sempre di meccatronica industriale. A Lentate sul Seveso (Monza-Brianza) c’è invece il polo formativo del legnoarredo che in collaborazione con l’Its Rosario Messina propone diverse opportunità di formazione per falegnami, operai specializzati, tecnici commerciali. C’è anche un Its Agroalimentare a Sondrio in Valtellina specializzato nell’innovazione della filiera agroalimentare, nel controllo qualità e nella gestione della produzione. In Puglia poi continuano il progetto ItsxBosch e la collaborazione con l’Its Antonio Cuccovillo di Bari. Il progetto, certificato dalla Camera di commercio italo-germanica, si basa su una formazione duale (secondo il modello duale tedesco): in aula e presso l’officina/laboratorio a loro dedicata all’interno dello stabilimento Bosch di Bari. Si tratta di un percorso incentrato volto a colmare la mancanza di competenze richieste dal mercato del lavoro nell’era dell’Industria 4.0.