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In bilico il destino di 10mila precari: a rischio la riapertura degli asili

La sorte dei circa 10mila precari comunali che hanno superato il tetto di 36 mesi per i contratti a termine e che non possono essere prorogati

29/08/2015
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Il Sole 24 Ore

C’è un problema che è rimasto ai margini della «Buona Scuola» e che è tornato d’attualità nei giorni scorsi. La sorte dei circa 10mila precari comunali che hanno superato il tetto di 36 mesi per i contratti a termine e che non possono essere prorogati. Una circostanza che nelle grandi città potrebbe mettere a rischio la riapertura degli asili pubblici prevista per martedì 1° settembre.

Nelle scorse settimane il tema è stato sollevato più volte sia dall’Anci che dai sindacati. E anche il governo sembra ora essersi reso conto della situazione. Al punto che i vari ministri coinvolti (Istruzione, Economia, Lavoro, Funzione pubblica) ne avrebbero parlato a margine del Consiglio dei ministri di giovedì. Senza arrivare però a una decisione. Complici le diversità di vedute esistenti all’interno dell’esecutivo.

Il Miur si sarebbe limitato a sottolineare che, trattandosi di personale non statale, non gli si applicherebbe la Buona Scuola (che consente altri incarichi massimo triennali ma a partire da settembre). La Funzione Pubblica avrebbe allora interpellato il Lavoro, che a sua volta avrebbe risposto che il Jobs act non affronta il tema della decorrenza dei 36 mesi. Fermo restando che la normativa Ue vieta di superarli nei contratti a termine.

Che fare? La soluzione più semplice, vista con gli occhi del governo, sarebbe che i Comuni stabilizzassero i precari. Un’ipotesi difficile visti i vincoli assunzionali e finanziari degli enti locali. E anche la deroga prevista dal Dl 78 non sembra bastare. A questo punto si può ipotizzare una soluzione a due vie: entro lunedì una circolare per chiarire la sorte dei dipendenti comunali sui 36 mesi; nella stabilità una revisione dei vincoli a carico degli enti locali.