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Insegnanti, prorogate di un anno le graduatorie del concorso 2016

Saranno valide fino al 2019-2020 le graduatorie del concorso 2016, che avevano validità triennale: il rischio era che alla scadenza migliaia di vincitori rimanessero senza cattedra.

20/12/2017
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Corriere della sera

Prorogata di un anno la validità delle graduatorie dell’ultimo concorso della scuola. Lo prevede un emendamento alla manovra approvato dalla commissione Bilancio della Camera. «Sino al termine di validità le graduatorie di tutti i gradi di istruzione e di tutte le tipologie di posto sono utili per le immissioni in ruolo anche in deroga al limite percentuale» vigente «limitatamente a coloro che hanno raggiunto il punteggio minimo previsto dal bando fermo restando il diritto all’immissione in ruolo per i vincitori del concorso». La proroga, che dà la certezza a tutti i vincitori di occupare la cattedra, potrebbe dare una speranza anche agli idonei fantasma, ovvero gli idonei oltre il 10% previsto dal bando, che hanno superato il concorso ma che non sono di fatto immessi nelle graduatorie perché appunto oltre il 10% previsto.

Cosa è successo

L'ultimo concorso, quello bandito nel 2016, secondo le previsioni della ex ministra Stefania Giannini doveva portare in cattedra tutti gli insegnanti entro tre anni. Ma le procedure, tra contestazioni e ritardi, si sono conclude molto oltre quella data del 31 agosto 2016 indicata come termine finale. E per di più molti dei posti che erano stati previsti come disponibili in realtà poi sono risultati non disponibili dopo la mobilità straordinaria che ha fatto muovere migliaia di insegnanti, occupando «caselle» che venivano considerate libere. Per cui in cattedra ci sono andati solo una parte dei 63 mila vincitori. E il rischio era che, terminata la validità delle graduatorie, i vincitori rimanessero a bocca asciutta: anche perché la legge prevede che le assunzioni vengano fatte al 50% da graduatorie ad esaurimento e al 50% da concorso. Con la proroga delle graduatorie, che dovrà comunque avere anche il via libera definitivo dal Senato, questo rischio dovrebbe essere scongiurato. Sulla decisione della Camera ha pesato anche un altro fattore: i tempi non brevissimi per la selezione dei nuovi docenti. Prima di essere selezionati e assunti a titolo definitivo, i primi laureati senza almeno tre anni di supplenza dovranno attendere almeno quattro anni: uno per lo svolgimento del concorso e tre di formazione, il cosiddetto Fit