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Intervista a Domenico Pantaleo: Prima il rinnovo dei contratti

«Il governo può dare le sue indicazioni ma non imporle per legge. Se si mantiene questa linea decideremo come muoverci»

03/07/2014
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l'Unità

~~Il ministro Giannini aveva promesso novità per luglio. E ora che sono arrivate, la Cgil boccia «nel metodo e nel merito» una delle prime proposte del Miur per riorganizzare il sistema scuola. Non si parla ancora di sciopero ma il clima è quello. Anche perché «non si può parlare di consultazione se ci si mette davanti a una proposta già formalizzata in una legge delega».
Domenico Pantaleo, perché la Flc rigetta la proposta di un Patto per la scuola? «Il primo problema è di metodo. Qui si parla di orari, retribuzioni, merito, apertura prolungata delle scuole: tutti temi che devono essere oggetto di contrattazione sindacale, poi certo il governo può dare le sue indicazioni ma non imporle per legge. Noi proponiamo invece che si apra il tavolo di rinnovo del contratto nazionale, lì il governo ci può fare le sue proposte e lì si può aprire una discussione. Perché sono tutte questioni su cui c'è bisogno di consenso e partecipazione, non imposizioni. Invece così il governo prima decide, poi apre la discussione. Se si mantiene questa linea ne prenderemo atto e decideremo come muoverci».
Quali punti nel merito non vi convincono? «Non è vero che i docenti italiani lavorino meno dei colleghi europei, per le superiori è vero il contrario. Bisogna mettere in chiaro che non ci sono solo le lezioni ma la correzione dei compiti, l'accoglienza alle famiglie, progettazione e programmazione. Ancora prima, obietto che o riorganizzi tutto il percorso scolastico o questa proposta si traduce nei soliti tagli, le cui prime vittime sarebbero i precari e dunque i più deboli. Si tratta di questioni che vanno affrontate nel loro complesso, e faccio un altro esempio: siamo sicuri che le scuole nelle condizioni attuali siano attrezzate per un'apertura fino alle 22 di sera? E come si riempirebbe questo orario prolungato, con lezioni, laboratori o cos'altro? Non sono temi che si possano affrontare in questo modo».
Le risposte che voi vorreste su cosa vertono allora? «Vorrei che il governo chiarisse se si impegna o no rinnovare i contratti, questo è il punto politico. Si premia qualcuno, gli altri che fine fanno? Seconda questione è la riduzione di un anno alle superiori, che richiederebbe un chiarimento preliminare su che tipo di scuola vuoi: perché se l'idea che hai è solo quella di risparmiare 40 mila docenti e buttare a mare migliaia di precari questa è un'altra cosa, non c'entra niente con la qualità della scuola. Vorrei che il governo esplicitasse il ruolo che la scuola pubblica deve avere».