Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » INTERVISTA / Test Invalsi per 2 milioni di alunni, Profumo li difende

INTERVISTA / Test Invalsi per 2 milioni di alunni, Profumo li difende

10/05/2012
Decrease text size Increase text size
Agenzia Dire

di Alessandra Migliozzi

ROMA - Al via i test nazionali di matematica e italiano. Stamattina la partenza nella scuola primaria. In tutta Italia saranno oltre 2 milioni i ragazzi coinvolti nelle prove.
Ma e' polemica: tornano le proteste di molti docenti che non vogliono "la scuola quiz". Li appoggiano i Cobas (che hanno indetto lo sciopero durante i test) e la Gilda ("La somministrazione dei test Invalsi verra' operata utilizzando i docenti come semplici impiegati e operatori delegati da Invalsi, senza che alcuna norma contrattuale lo preveda"). Anche la Flc Cgil dice la sua: "Il ministro intervenga al fine di evitare una situazione di crescente tensione e contenziosi legali infiniti".
Il responsabile dell'Istruzione, Francesco Profumo, guarda alla sostanza e, in una intervista rilasciata alla Dire, spiega che la valutazione "serve al paese". La Cisl difende i test: "Sono sbagliate le azioni di protesta". Ma fra i docenti di sostegno serpeggia il malcontento: le prove rischiano di discriminare chi ha diverse abilita' e problemi di apprendimento. E gli studenti annunciano diserzioni di massa alla prova delle superiori.

PROFUMO: "UNA VALUTAZIONE PER L'ITALIA" - No alle chiusure preconcette sui test Invalsi perche' "l'Italia ha bisogno della valutazione: solo guardandosi allo specchio il paese puo' migliorarsi". Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, si rivolge a dirigenti e insegnanti, ricordando che la "carenza di cultura della valutazione" di cui soffre il paese "ci sta penalizzando nei confronti internazionali".

Sulla valutazione "c'e' un'indicazione forte da parte dell'Europa per tutti i settori. Dalla ricerca, all'universita', all'istruzione", ricorda Profumo. L'Italia, pur essendo ricca di eccellenze, oggi "si trova in difficolta' nei confronti internazionali proprio a causa della carenza di una cultura della valutazione, che, invece, deve diventare strategica per il futuro". Insomma, bisogna cambiare passo. La valutazione "ci consente di guardarci oggettivamente allo specchio per misurare i punti di forza e debolezza e poi migliorare. La sua priorita'- rassicura Profumo- non e' quella di punire o premiare".

Quanto alle proteste dei docenti, che da piu' scuole dichiarano di non voler aderire ai test che partono domani, Profumo ricorda "che anche lo scorso anno ci fu un movimento di questo tipo. Ma alla fine solo lo 0,13% non ha partecipato. Agli insegnanti dico che solo attraverso una fotografia corretta e trasparente della situazione attuale possiamo cercare di migliorare la scuola. Per questo li invito a partecipare, anche contribuendo a migliorare il processo di valutazione con le loro osservazioni, fornendoci il loro feedback per avviare un processo migliorativo. Chiudersi non serve a nessuno".

Per diffondere la cultura della valutazione, anticipa Profumo, il ministero il prossimo anno "fara' un'operazione di educazione e comunicazione, che partira' dai dirigenti regionali per arrivare ai dirigenti delle scuole e alla comunita' tutta" attraverso "un mix di comunicazione istituzionale e comunicazione attraverso la rete e i social network". L'operazione servira' a diffondere anche una cultura di lettura del dato che oggi manca nel paese, sottolinea Profumo.

"Il ministero dovra' essere piu' collaborativo e meno impositivo- prosegue-. Dobbiamo diffondere la consapevolezza negli attori del sistema scuola del valore della valutazione e dei suoi obiettivi".

Per quanto riguarda l'approdo delle prove Invalsi alla maturita', invece, ci sara' da aspettare: "Il tema dell'esame di Stato e' delicato e serve una analisi complessiva su cosa ci aspettiamo da questa prova. Non basta intervenire solo in questa direzione (introducendo il test, ndr), c'e' bisogno di un ragionamento complessivo sulla maturita'".

Infine, sulle regole per la partecipazione dei diversamente abili ai test che prevedono la loro possibile esclusione da parte delle scuole, il ministro risponde: "Credo che si riferiscano a situazioni che hanno bisogno di una particolare attenzione, non credo che nessuno voglia la loro esclusione".