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Iscrizioni, il declino dei nuovi liceali

Inversione rispetto agli ultimi anni: crescono tecnici e professionali

16/09/2012
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Corriere della sera

 Ai ragazzi non piace più soltanto il liceo. Se nel 2007 i tecnici e i professionali avevano perso centomila studenti nell'arco di dieci anni, e i licei avevano fatto il pienone, arrivando ad un 45 per cento di iscritti, la tendenza si sta ora invertendo, e da quest'anno il trend per i professionali torna in salita. Il balzo in avanti è dell'1,4 per cento di nuovi iscritti mentre i tecnici tengono la posizione, con un comunque positivo 0,4 per cento in più. I licei, che avevano continuato a riempirsi fino al 48,5 per cento dello scorso anno, scendono per la prima volta di quell'1,9 guadagnato dai tecnici e dai professionali, calando al 46,6 per cento.
La ripresa del numero di iscritti agli istituti tecnici e professionali, i primi al 32 per cento e i secondi al 21,4 per cento, è un segnale positivo secondo il ministero dell'Istruzione, che comunque parla di «buona tenuta» anche dei licei. Ieri sul sito del Miur sono stati pubblicati tutti i numeri di questo nuovo anno scolastico.
«C'è un'inversione di tendenza importante che noi dobbiamo cogliere e potenziare — spiega con soddisfazione il sottosegretario Elena Ugolini, da anni impegnata sui temi della formazione professionale —. A questo dato va aggiunto anche quello dei 50 mila nuovi iscritti ai corsi triennali di formazione professionale gestiti da centri accreditati dalle Regioni, che rappresentano un'importante terza via per continuare gli studi rispettando l'obbligo scolastico a 16 anni. Con i corsi triennali si chiude il percorso di studi professionali a 17 anni, quindi la formazione continua sino alle soglie della maturità».
In genere, continua Ugolini, «la formazione professionale non deve più essere considerata di serie B», e fa l'esempio della Germania, dove «da sempre la percentuale degli iscritti ai licei è molto più bassa rispetto a quella dell'istruzione superiore tecnica e professionale, una formazione fortemente qualificata che attrae molti ragazzi in gamba, i quali poi fanno esperienza nelle aziende e trovano lavoro».
Da noi questo succedeva più vent'anni fa, prima che tutti corressero ad iscriversi ai licei. «Il miracolo economico italiano — dice ancora Elena Ugolini — fu anche dovuto all'apporto dei diplomati tecnici e professionali che poi hanno messo su piccole aziende». Ciò non vuol dire che chi si iscrive al liceo è destinato ad essere disoccupato e chi sceglie i tecnici trova subito un posto.
Soprattutto la formazione professionale, prosegue il sottosegretario, «va rafforzata per attirare veramente un giovane appena uscito dalla scuola media e per dargli un futuro più certo. Il decreto semplificazione di questo governo all'articolo 52 prevede il potenziamento dell'istruzione tecnica e professionale. Il 26 settembre saranno pronte le linee guida».
Quanto ai licei, lo scientifico resta primo nel numero di iscritti, seguono linguistico, classico, scienze umane, artistico e musicale coreutico. In totale, gli studenti quest'anno sono quasi 8 milioni (7 milioni 862 mila 470), con un aumento rispetto allo scorso anno di 36 mila 238 tra bambini e ragazzi. Le classi sono 365 mila 255 e i posti in organico 625 mila 878. Gli oltre 750 mila studenti stranieri sono per il 44,2 per cento nati in Italia.
Luci e ombre, ammettono comunque al ministero. Se è vero che «per la prima volta dopo 10 anni i posti negli organici vengono completamente confermati», considerato l'aumento degli studenti «non è stato possibile compensare l'incremento demografico». Le classi sono quindi ancora troppo affollate. Notizia positiva: aumenta il tempo pieno, con mille 284 classi in più.
Mariolina Iossa