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Istat, la protesta dei lavoratori contro i vertici. “Il presidente Blangiardo non ci ha ricevuti e minaccia sanzioni disciplinari”

Nuova assemblea mentre sono in corso le ultime lavorazioni sui dati in vista della pubblicazione del comunicato sui conti pubblici, molto atteso perché sarà il momento della verità riguardo all'impatto della cessione dei crediti. Una modifica delle regole sullo smart working è stata l'ultima goccia: sullo sfondo l'insoddisfazione per un organico ridotto all'osso e arretrati non pagati. Mentre il governo ha eliminato il divieto di remunerare i pensionati con incarichi di vertice come Blangiardo, in attesa di riconferma

28/02/2023
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Il Fatto Quotidiano

Chiara Brusini

Mercoledì mattina alle 11 l’Istat dovrebbe diffondere il comunicato sui conti pubblici del 2022. Quest’anno è molto atteso perché sarà il momento della verità riguardo all’impatto della cessione dei crediti legati ai lavori edilizi sull‘indebitamento dello Stato. Nelle ore delle ultime lavorazioni sui dati, però, il clima all’istituto di statistica è stato decisamente teso. Lunedì, dopo un’assemblea molto partecipata, un gruppo di lavoratori ha occupato la presidenza contro una modifica nella gestione del lavoro agile: ultima goccia nell’ambito di relazioni sindacali che erano difficili fin dalla discussa nomina a presidente di Gian Carlo Blangiardo (ora in attesa di riconferma) e si sono deteriorate da quando alla direzione del personale è stato chiamato l’ex viceprefetto Marco La Commare. “Ora sono all’insegna dell’autoritarismo e di provvedimenti inopinati contro il personale”, attacca il ricercatore Lorenzo Cassata, rsu per la Flc Cgil. Sullo sfondo ci sono anche le preoccupazioni per la prevista esternalizzazione di tutte le funzioni informatiche, prevista dal Pnrr e messa in rampa di lancio dal governo Draghi, che per i sindacati mette a rischio l’indipendenza stessa dell’Istat. Martedì è andata in scena una nuova puntata. “Avevamo convocato un’assemblea nella sede di contabilità nazionale, in via Depretis, dove oggi si sta chiudendo il lavoro sui conti pubblici”, spiega Cassata. “Non è stata autorizzata per “motivi di sicurezza” legati all’assenza di spazi adeguati. La direzione del personale ci ha invitati a non entrare. All’uscita, dopo aver invitato i colleghi a venire in assemblea e non dare disponibilità al lavoro notturno per chiudere il comunicato, abbiamo trovato affisso alle porte un inedito ordine di servizio che vietava l’ingresso avvertendo che sarebbe stato considerato violazione disciplinare“. Tornati nella sede centrale di via Cesare Balbo, dove era stato prospettato un incontro con Blangiardo, “ci hanno fatto sapere che il presidente avrebbe incontrato tre rappresentanti solo tra una settimana“. Cioè il 7 marzo, quando però è previsto un presidio degli enti di ricerca al ministero della Pa per protestare contro la mancata distribuzione a quelli non vigilati dal Miur delle risorse previste per la valorizzazione del personale.