ItaliaOggi: ATA Riduzione organico inderogabile
Non un lavoratore in più rispetto ai posti autorizzati
Di Antimo Di Geronimo
I collaboratori scolastici, il personale tecnico e gli amministrativi (personale Ata) dovranno fare anche il lavoro dei colleghi che andranno in pensione e non saranno rimpiazzati. È quanto si evince dalla circolare sull'organico di fatto emanata dal ministero. L'amministrazione scolastica ha fatto sapere che la riduzione di organico prevista dalla Finanziaria di quest'anno è inderogabile. E dunque l'organico di fatto non potrà eccedere il numero dei posti autorizzati per l'organico di diritto. Tradotto dal burocratese, vuol dire che dal 1° settembre prossimo il numero dei posti di lavoro del personale Ata in ogni regione dovrà essere uguale a quello previsto dal ministero dopo i tagli. Nemmeno un lavoratore in più. Resta il fatto, però, che con norme tanto rigide, non sono poche le scuole che rischiano di non essere in grado di assicurare il servizio. Tanto più che, a fronte della riduzione del numero delle classi e, dunque, del personale Ata, spesso non si verifica una corrispondente riduzione dei corridoi, delle scale, delle palestre e dei bagni da lavare. E ciò vuol dire che chi resta deve fare anche il lavoro degli altri. E se poi nella scuola vi sono collaboratori scolastici che, per motivi di salute, non possono fare determinati lavori, gli abili sono costretti a lavorare anche per loro. Idem nelle segreterie dove può addirittura verificarsi che il direttore dei servizi generali e amministrativi sia stato dichiarato inidoneo alle mansioni. Per questi motivi, il ministero ha previsto che nelle scuole dove i tagli rischiano di compromettere seriamente il servizio possano essere autorizzate delle deroghe, con relativa assegnazione di unità in più. Ma poi bisognerà toglierle in qualche altra scuola. Insomma quello che verrà dato in più dovrà essere sottratto ad altre situazioni. Il ministero ha spiegato inoltre che, dopo tutte le operazioni per la costituzione dell'organico di fatto, il ministero dell'istruzione dovrà renderne conto al ministero dell'economia. Perchè è al dicastero guidato da Giulio Tremonti che spetta l'ultima parola sulle decisioni di viale Trastevere. E solo se saranno rispettate le riduzioni di spesa previste dalla Finanaziaria il ministero dell'economia darà il suo placet, che sarà emanato sotto forma di certificazione «in ordine al reale conseguimento degli obiettivi finanziaria previsti dalla legge 133/2008».