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Il Tar Lazio: «manca» il provvedimento sul primo ciclo e il piano programmatico dei tagli
Gli uffici scolastici hanno emanato gli organici della scuola dell'infanzia e primaria e stanno predisponendo gli organici delle secondarie. Ma stanno applicando un decreto che non c'è e una circolare applicativa inapplicabile. Lo ha detto il Tar del Lazio - su ricorsi promossi da un gruppo di cittadini, dalla FlCgil e dal comune di Fiesole- con una delle 4 ordinanze depositate il 5 giugno scorso (la n. 02570/2009), di rinvio del giudizio di merito. Il Tar ha motivato la pronuncia facendo presente che «manca» il regolamento previsto dal decreto 112/2008, con il quale il governo avrebbe dovuto dare attuazione ai tagli previsti dalla Finanziaria. E «manca» pure, perché non pubblicato, il piano programmatico dove il ministero avrebbe dovuto spiegare come fare i tagli. Insomma, l'amministrazione scolastica ha tagliato le cattedre senza attendere che venissero emanate le relative disposizioni. E siccome i provvedimenti -in particolare quello sulla scuola primaria- non ci sono (si vocifera perché bloccati per rilievi presso la Corte dei conti) il Tar non ha potuto sospenderli e ha rimandato ogni decisione alla prossima udienza di merito prevista per il 13 luglio prossimo. Un rinvio che consente di non eludere la decisione ma al tempo stesso di tenere conto del giudizio della Corte costituzionale. Già, perché oggi la Consulta si riunirà per decidere sulla questione di legittimità costituzionale relativa all'articolo 64 del decreto 112 (convertito con legge 133/2008) impugnato da alcune regioni, che lamentano invasioni di campo da parte del governo. Una situazione di grave incertezza in cui il Tar attende che a fare chiarezza sia innanzitutto la Corte. Se la Consulta dovesse infatti dichiarare incostituzionale l'articolo 64 del decreto legge 112, a quel punto si verificherebbe un effetto domino, che coinvolgerebbe tutte le operazioni già effettuate dall'amministrazione: il tagliacattedre ma anche la mobilità. Fermo restando che, nel giro di un mese, il ministero potrebbe anche darsi da fare e finalmente ufficializzare i provvedimenti. In assenza della bocciatura dei giudici costituzionali, a questo punto, anche se a posteriori, tutto verrebbe sanato e prima che l'anno scolastico inizi.