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ItaliaOggi-Ciampi, la scuola è il vivaio d'Italia

Il monito lanciato dal presidente della repubblica all'inaugurazione del nuovo anno scolastico. Ciampi, la scuola è il vivaio d'Italia Necessario superare la diffidenza nei ...

21/09/2005
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ItaliaOggi

Il monito lanciato dal presidente della repubblica all'inaugurazione del nuovo anno scolastico.

Ciampi, la scuola è il vivaio d'Italia

Necessario superare la diffidenza nei confronti degli stranieri

'L'Italia sarà quello che voi sarete'. Il presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ieri, ha citato le stesse parole con cui aveva aperto, sette anni fa, la prima inaugurazione dell'anno scolastico, manifestazione da lui stesso promossa. 'La scuola è parte vitale della nazione, è il vivaio dell'Italia del futuro', ed è anche uno strumento di integrazione sociale per i figli degli immigrati. Per questo gli studenti devono 'tendere la mano' ai compagni di classe stranieri e superare la paura e la diffidenza.
A sette anni di distanza e a pochi mesi dalla fine del suo mandato, quello di Ciampi sembra oggi un commiato. 'Tornerò solo se mi inviterete', risponde il presidente a chi gli chiede se sarà dagli studenti anche l'anno prossimo. Questo settimo incontro è forse il più intenso per Ciampi, che tradisce la sua emozione mentre si sofferma sui cambiamenti degli ultimi anni. 'Molte cose sono cambiate', ha detto Ciampi alla presenza dei ministri Moratti e Buttiglione e del sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. 'I cittadini europei usano la stessa moneta e nazioni che sono state nemiche per secoli non lo saranno mai più'.

Parte dall'Europa, Ciampi, per parlare agli studenti di temi attualissimi come integrazione e tolleranza. 'Ognuno dia il suo contributo al rispetto reciproco, convinto che la fiducia sia più forte della paura'.

Le parole di Ciampi giungono nei giorni in cui la scuola italiana affronta il problema dell'integrazione culturale in tutta la sua concretezza. 'Tendete la mano ai giovani stranieri', ha aggiunto il presidente, 'la scuola contribuisca a renderli cittadini responsabili'.

Alla fine di un'estate in cui molto si è discusso di integrazione islamica, il presidente della repubblica sottolinea come la minaccia del terrorismo vada affrontata 'con fermezza e spirito di amicizia verso chi è diverso da noi'. Ciampi ricorda inoltre come l'integrazione degli stranieri non sia un tema nuovo e come da sempre l'Italia sia il crocevia di culture antiche che 'hanno lasciato la loro impronta sulla nostra società facendoci arricchire a vicenda, pur restando diversi e orgogliosi delle proprie culture. Anche i nostri padri emigranti', ha aggiunto il presidente della repubblica, 'hanno dovuto affrontare le paure degli altri paesi e oggi però i loro figli ne sono parte integrante'.

Di dialogo e di accoglienza ha parlato anche il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, che ha voluto il principio dell'educazione alla convivenza civile tra le sfide della sua riforma scolastica.

Una riforma che dovrà oramai aspettare la prossima legislatura per arrivare nelle aule studentesche. Le 16 regioni del centro-sinistra hanno, infatti, fermato il decreto attuativo nella conferenza stato-regioni, costringendo la Moratti a rinviare al 2007 l'avvio dei nuovi cicli scolastici. Il ministro sa però che è possibile che il prossimo parlamento metta mano all'intera legge. L'elaborazione di un'ennesima controriforma della scuola è annunciata, infatti, da mesi dai banchi dell'Unione per l'inizio della nuova legislatura, nella prossima primavera.

La responsabile dell'istruzione ha inoltre annunciato ieri l'introduzione della prima 'giornata della legalità'. 'Una giornata che sia da stimolo al rispetto degli altri, per realizzare la migliore convivenza civile possibile', ha detto la Moratti senza entrare nei dettagli dell'iniziativa che si celebrerà il 21 marzo, simbolico inizio di primavera.E proprio mentre il ministro parla di convivenza ai ragazzi che rappresentano tutte le regioni italiane, anche ieri, a Milano, le decine di bambini arabi di via Quaranta hanno fatto lezione per strada. Dopo la chiusura della scuola illegale i genitori rifiutano le tre ore di arabo offerte dagli istituti pubblici milanesi e che i figli studino programmi didattici esclusivamente italiani. Anche il ministro sa che la soluzione è ancora lontana. Almeno quanto la primavera.