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ItaliaOggi-Diplomi triennali come gli annuali

L'equiparazione viene effettuata nel dl Moratti Diplomi triennali come gli annuali I diplomi post universitari triennali, equiparati al dottorato di ricerca, saranno valutati come i corsi di per...

13/04/2004
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ItaliaOggi

L'equiparazione viene effettuata nel dl Moratti

Diplomi triennali come gli annuali

I diplomi post universitari triennali, equiparati al dottorato di ricerca, saranno valutati come i corsi di perfezionamento di un solo anno.

E'quanto si evince dalla tabella di valutazione allegata al decreto legge sulle graduatorie permanenti del 2 aprile scorso. Il provvedimento, infatti, assegna i 12 punti in più solo al dottorato di ricerca. E non fa alcuna menzione dei titoli equiparati. Ciò vuol dire che, se l'amministrazione scolastica non interverrà a chiarire la questione, i precari che hanno frequentato corsi di perfezionamento triennali, equiparati dalla legge al dottorato di ricerca, dovranno accontentarsi dei tre punti previsti per i master e i corsi di perfezionamento di durata annuale. Fatto questo, che non sembrerebbe coerente con il principio del merito.

Specie se si pensa che, a farne le spese, saranno addirittura i docenti precari in possesso dei diploma triennale della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa (www sssup.it). Un istituto di grande prestigio internazionale, che è stato istituito con la legge 14 febbraio 1987, n 41.

E la stessa legge, peraltro, all'articolo 2 comma 3, facendo riferimento ai corsi di perfezionamento attivati presso l'istituto, stabilisce che: "Il diploma di perfezionamento relativo a corsi di studio di durata almeno triennale è equiparato al dottorato, di ricerca". Si parla, dunque, espressamente, di equiparazione e non di mera equipollenza. E ciò induce a ritenere che relativi titoli, nell'intenzione del legislatore, dovevano essere considerati in tutto e per tutto alla stregua di diplomi dì dottorato di ricerca. Ma così non è stato. Per lo meno per le graduatorie permanenti. Fino a oggi, infatti, non sono stati ancora emanati i provvedimenti di attuazione che avrebbero dovuto recepire questo intendimento. E se non si interverrà in tempo c'è il rischio che anche nella prossima tornata di assunzioni le cose rimangano come sono. Sempre che qualcuno non decida di percorrere la via giudiziale.

Resta da vedere, però, se si è trattato di una dimenticanza o di una precisa intenzione del legislatore. Il decreto legge, infatti, per sua natura, è un provvedimento generalmente destinato a subire modifiche durante l'iter di conversione in legge. E dunque, qualora vi fosse la disponibilità, da parte del parlamento, di sanare la questione, il tutto potrebbe risolversi in poco tempo con l'approvazione di un semplice emendamento"


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