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ItaliaOggi: I docenti vogliono avere la pagella

È utile a misurare il merito per il 66% della categoria

03/03/2009
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ItaliaOggi

Di Emanuela Micucci
Ricerca dell'associazione presidi: sì alla valutazione anche attraverso i voti degli alunni
Piena attuazione dell'autonomia scolastica e valutazione nazionale delle scuole. Queste gli interventi urgenti secondo 5.101 insegnati di 850 istituti di ogni ordine e grado che hanno partecipato alla ricerca “La professione docente:valore e rappresentanza” curata da Nomisma per l'Anp (associazione nazionale presidi). I risultati, utili chiave di lettura in vista dell'approvazione alla camera del ddl Aprea di riforma della professione, sdoganano alcuni tabù. Come la pagella ai prof: il 66% dei docenti, infatti, dice sì alla valutazione del merito individuale ai fini della carriera. Nessuno dubbio poi sull'importanza dell'autonomia per il 25% degli insegnati, da potenziare per il 40,7%. Si segnala in particolare alla primaria (30,4%). Seguono medie (26%) e istituti comprensivi (24,7%). Meno sentita la richiesta ai licei (18,1%) e agli istituti tecnici (19,6%), dove il nodo importante è la riforma degli ordinamenti. Differenze tra aree geografiche ed età degli insegnati: al Nord prevale l'autonomia, al Sud gli ordinamenti; il 30% degli ultra 60enni è incline a una rapida attuazione dell'autonomia, contro il 20% degli under 40. L'introduzione di un sistema nazionale di valutazione è invece il provvedimento più sentito per quasi il 20% dei docenti. Attesa maggiore al liceo e negli istituti tecnici (24%), al Centro (23%) e tra i più giovani (21%). «Autonomia e valutazione erano e restano le parole chiave di un processo di riforma della scuola che 15 anni è ancora in una fase di transizione», spiega Giorgio De Rita, amministratore delegato Nomisma. Motivo di disagio per un docente su 3 che chiede il recupero del ruolo sociale. Così, emergono dati incoerenti. Come il 57% che ritiene che l'autonomia non debba accompagnarsi all'assunzione diretta degli insegnati da parte degli istituti e il quasi 14,7% che non prende posizione. Il dissenso è maggiore al Sud e nella primaria. Tuttavia il 57% è favorevole all'introduzione di nuovi meccanismi per differenziare la retribuzione e il 44,2% alla valutazione delle proprie capacità in base ai risultati raggiunti dagli alunni. «Occorre un sistema di valutazione comparabile a quello degli altri paesi», afferma Giorgio Rembado, presidente dell'Anp, «che non si riduca a misurare la sola conoscenza disciplinare dei docenti e i livelli di apprendimento degli studenti. Dalla ricerca emerge che una scuola senza valutazione, dei docenti o interna degli istituti, è una scuola napoleonica non la scuola di domani».