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ItaliaOggi-I rischi sociali della riforma-di Enrico Panini

I rischi sociali della riforma Il tema più rilevante di questo nuovo anno scolastico è sicuramente rappresentato dall'esame del decreto legislativo sulla secondaria superiore. Lo è perc...

06/09/2005
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ItaliaOggi

I rischi sociali della riforma

Il tema più rilevante di questo nuovo anno scolastico è sicuramente rappresentato dall'esame del decreto legislativo sulla secondaria superiore.
Lo è perché siamo di fronte all'ultimo provvedimento attuativo della legge Moratti che verrà approvato prima della scadenza della delega (ottobre 2005) e lo è perché cambiare la scuola superiore rappresenta prima che una riforma scolastica una riforma sociale. Il testo conosciuto contiene scelte che non condivido e che ritengo pericolose. Mi riferisco, in particolare, all'istituzione di un percorso separato fra sistema dei licei e istruzione professionale. È evidente che, buone parole a parte, questa scelta non potrà che preludere a una separazione sociale di fatto basata sul censo.

Particolarmente pesante il destino riservato all'istruzione tecnica che scompare nella sua vocazione professionalizzante per assimilarsi a un'istruzione liceale propedeutica all'accesso universitario. Pesante l'intervento sulle discipline e sul quadro orario complessivo. Non ci abbagliano le garanzie circa una temporanea salvaguardia degli organici. Il problema, infatti, non sono le garanzie, sempre labili, per alcuni anni ma sono le scelte di fondo, quelle che segnano il destino professionale e che durano nel tempo.

La discussione sul decreto avviene all'interno di uno scontro istituzionale che non ha precedenti. Le regioni, infatti, chiedono il ritiro del provvedimento per poterlo predisporre 'd'intesa' essendo le stesse detentrici della potestà legislativa in materia scolastica. Il ministero ha manifestato la propria convinzione nel procedere. Analogamente centinaia di scuole si sono già pronunciate contro i contenuti proposti mentre in tante altre regna disorientamento e contrarietà.

Presumibilmente gli studenti non mancheranno di far sentire la loro voce. Insomma, se il testo verrà approvato ciò avverrà con ancora meno consenso, se possibile, di quello sulla scuola primaria. In questo contesto l'avvio di una sperimentazione da parte del ministero ad anno già iniziato appare più come una scelta rispondente a esigenze di carattere politico interno al ministero che un fatto realmente sperimentale. Per quanto ci riguarda chiediamo il ritiro del decreto, un percorso di coinvolgimento vero delle scuole e degli studenti, il blocco di qualsiasi sperimentazione.