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ItaliaOggi: La rivolta di professori e studenti

Intanto, il decreto su scuola e università verso l'approvazione definitiva al senato. Con la fiducia

21/10/2008
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ItaliaOggi

di Alessandra Ricciardi

La piazza contro la Gelmini. E il 30 tocca a Cgil, Cisl e Uil

La manifestazione di venerdì scorso a Roma è stata imponente, con studenti, insegnanti, ma anche ricercatori e genitori, tutti insieme per una protesta che è trasversale ai settori (scuola e università) e alle generazioni: 500 mila i manifestanti, secondo gli organizzatori, che sono sfilati per le principali piazze. Restano invece, come sempre, discordanti i dati sull'adesione allo sciopero proclamato da Cobas e Cub: cifre a due numeri per i sindacati, astensione non superiore al 4% per il ministero dell'istruzione e università. Sul dopo-sciopero sono pesate le dichiarazioni del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, che ha scelto proprio la giornata di venerdì per affermare che «bisogna cambiare anche nella scuola e discutere dei cambiamenti da fare» sui quali «si può essere d'accordo oppure no», ma, ha aggiunto il capo dello stato, «non bisogna dire solo dei no e farsi prendere dalla paura». Anche perché la scuola, così com'è, non va, perché non dà «ai ragazzi quello di cui hanno bisogno».

Sta di fatto che la protesta si sta diffondendo -da Trieste a Milano a Roma- anche se non ci sono stati blocchi delle attività didattiche (si veda IO di sabato scorso). Tutto comunque procede verso sciopero di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda proclamato per il 30 ottobre. Quando il decreto legge Gelmini su scuola e università, la materia del contendere, sarà probabilmente già convertito in legge dal senato, dove è passato dopo il via libera della camera.

La commissione cultura presieduta da Guido Possa conta infatti di licenziare il testo per l'aula nei prossimi giorni, in modo da consentirne l'approvazione definitiva per la settimana successiva. Prima che ci sia lo sciopero. In commissione sono arrivate 250 proposte di modifica, tutte di opposizione.

La maggioranza non ne ha presentata neanche una. E anche la Lega, questa volta, pare si accontenti di un ordine del giorno, che impegna il governo a prevedere delle schede di valutazione, predisposte dall'Invalsi, per l'attribuzione del voto (che il decreto Gelmini ha ripristinato al posto del giudizio).

Ma nonostante tutto, il governo pare intenzionato a ricorrere al voto di fiducia, come già fatto alla camera. Non tanto per blindare il provvedimento, filtra dallo schieramento di maggioranza, ma proprio per accorciare i tempi.