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ItaliaOggi-La scuola secondaria si fa in due

CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Primo via libera per il decreto attuativo della riforma Moratti. La scuola secondaria si fa in due Doppio canale di istruzione: licei e formazione professional...

28/05/2005
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ItaliaOggi

CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Primo via libera per il decreto attuativo della riforma Moratti.

La scuola secondaria si fa in due

Doppio canale di istruzione: licei e formazione professionale

Meno ore di lezione con la riforma Moratti della scuola secondaria. Fino al 2010, gli organici resteranno comunque invariati. Dopo, si vedrà se ridurre il personale. È stato approvato ieri dal consiglio dei ministri il decreto attuativo della legge n. 53/2003, che prevede 'le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione', ossia i licei e l'istruzione-formazione professionale. Il provvedimento ha ricevuto il primo via libera: dovrà ora essere sottoposto all'esame della conferenza stato-regioni, e delle commissioni parlamentari competenti, prima di tornare al consiglio dei ministri per l'approvazione definitiva. Dal prossimo settembre, comunque, il decreto dovrebbe già entrare nella fase attuativa con il primo anno delle superiori. Saranno circa 540 mila i giovani che dovranno fare i conti con il nuovo sistema. È previsto un doppio canale di istruzione: da una parte i licei (che rilasciano diplomi liceali) e dall'altro i percorsi dell'istruzione e formazione professionale (che rilasciano qualifiche e diplomi professionali). Entrambi hanno 'pari dignità', ha assicurato il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti. Diverso comunque il sistema di accesso alle università: basta il diploma per i licei, per l'istruzione e la formazione professionale è necessario, dopo una qualifica o un diploma di durata almeno quadriennale, sostenere un esame di stato. Gli organici fino al 2010-2011, prevede il decreto, restano confermati. Una precisazione importante, visto che il nuovo quadro orario di tutti i percorsi fa registrare una riduzione di 369 ore. 'Riduzione irrilevante', precisa la relazione tecnica al decreto, alla luce di un monte orario complessivo di oltre 3 milioni. La copertura finanziaria è stabilita in 44 mln di euro per il 2006 e 43 mln dal 2007 in poi.
I licei. Durano cinque anni, articolati in 2+2+1, prevalentemente propedeutici alla prosecuzione degli studi, terminano con un esame di stato e il titolo di studio conclusivo ha valore legale. È prevista la personalizzazione dei percorsi e la figura del tutor. È necessaria la frequenza obbligatoria di 3/4 dell'orario annuale perché l'anno scolastico sia valido. Viene valutata anche la condotta. Se si hanno debiti formativi alla fine di ogni biennio, è bloccato il passaggio all'anno successivo.

Vengono proposti quattro licei senza indirizzi, classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane, e altrettanti con indirizzi: economico (istituzionale e aziendale), tecnologico (8 indirizzi), artistico (3 indirizzi), musicale (2 indirizzi). I licei tecnologici assorbono gli attuali istituti tecnici e riservano grande spazio del programma a laboratori professionalizzanti. Al termine del percorso, infatti, dovrà essere possibile esercitare anche una professione.

Istruzione e formazione professionale. Il decreto stabilisce i livelli essenziali di prestazione. Essi riguardano, tra l'altro, l'orario minimo annuale (990 ore annue di cui 3/4 a frequenza obbligatoria e percorsi sia triennali sia quadriennali), il profilo educativo, culturale e professionale comune al sistema dei licei, le modalità di prosecuzione degli studi (anno integrativo per accedere a università), i requisiti dei docenti.

Campus. È previsto che le scuole possano, con intesa, istituire un'unica sede per ospitare i licei a indirizzo e i percorsi di istruzione e formazione professionale con l'intento di facilitare il raccordo tra l'uno e l'altro e con il mondo del lavoro.

Le reazioni. La riforma della secondaria 'deteriora la scuola pubblica', sostiene la Cisl scuola di Francesco Scrima, osservando che con il provvedimento si confermano 'meno tempo scuola, l'inesigibilità del diritto allo studio, l'assenza di una pari dignità dei percorsi formativi, l'inesistenza di risorse per supportare la riforma'. 'Brutto provvedimento, anche per quanto riguarda il merito', commenta Enrico Panini, segretario della Cgil scuola e università, 'in cui si ripetono altisonanti affermazioni propagandistiche'. Fermare i motori e rilanciare il confronto, è la richiesta di Massimo Di Menna, leader della Uil scuola: 'È necessario un confronto governo-sindacati-regioni per dare certezze al personale coinvolto in questa riforma ed evitare che venga meno l'impianto unitario e nazionale del nostro sistema di istruzione'.