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ItaliaOggi: La sfida tra Pd e Pdl giocata con molti slogan e poche novità
Veltroni rilancia il progetto edilizia e infanzia del governo Prodi, Berlusconi rispolvera le tre “i”
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Alessandra Ricciardi
La tenzone elettorale
Molti degli obiettivi rappresentano una prosecuzione del passato. Per il leader del Partito democratico, Walter Veltroni, il passato è quello del governo Prodi, che riecheggia nel documento finale del programma elettorale (anticipato da ItaliaOggi martedì scorso e integralmente disponibile sul sito del Pd); per il numero uno del Partito della libertà, Silvio Berlusconi, il passato è invece quello del suo governo e di quel programma che allora, dal 2001 al 2005, ha visto in campo il ministro dell'istruzione e università, Letizia Moratti. E così rispunta -è il programma veltroniano- il piano di rilancio dell'edilizia scolastica, avviato dal sottosegretario all'istruzione, il diessino Gaetano Pascarella, sotto il motto «una scuola più bella», l'estensione del servizio per l'infanzia, l'innalzamento dell'obbligo scolastico fino a 18 anni, la valorizzazione della professione docente (un ampio resoconto di quanto fatto e avviato da Fioroni è analiticamente rintracciabile sul sito www.scuolanewsforminform.it/governoprodi/prodi.htm)
Il Pdl dal canto suoritira fuori le tre “i” che hanno contraddistinto la gestione della Moratti: inglese, impresa, informatica. A proposito del personale della scuola, Berlusconi ha confermato su tutta la linea le priorità annunciate nei giorni scorsi dal suo ex sottosegretario, Valentina Aprea: «Commisurare gli aumenti retributivi a criteri meritocratici con riconoscimenti agli insegnanti più preparati e più impegnati».
Berlusconi ha sottolineato poi la difesa «del nostro patrimonio linguistico, delle nostre tradizioni e delle nostre culture anche per favorire l'integrazione degli stranieri»; libera, graduale e progressiva trasformazione delle università in fondazioni associative, aperte ai contributi dei territori, della società civile e delle imprese, «garantendo a tutti il diritto allo studio»; rafforzamento della competizione tra atenei, premiando, precisa Berlusconi, «qualità e risultati», realizzazione dei 'Fondi dei fondi' «per finanziare gli investimenti in ricerca sul modello di quanto realizzato in Francia».
Il candidato premier del Pd ribatte ripartendo dalla didattica: giù i temi, viva il racconto. «La scuola ha ancora una impostazione ottocentesca; come è possibile per esempio che ad un ragazzo che va a scuola l'unica forma di creatività che gli si chiede sia il tema?», si chiede Veltroni. Dichiarazioni, le sue, che hanno creando in verità un po' di reazioni contrarie proprio a sinistra. «Nella scuola italiana sono i finanziamenti ad essere ottocenteschi, il tema non è l'unica forma espressiva in uso nella scuola da un pezzo», commenta Alba Sasso di Sinistra arcobaleno. Sulfureo il filosofo Massimo Cacciari: quelle di Veltroni? «Solo sciocchezze!»