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ItaliaOggi: Le università fanno sciopero

Protesta di 20 mila lavoratori contro la manovra.

18/11/2006
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ItaliaOggi

di Benedetta P. Pacelli
Università e ricerca in piazza contro la Finanziaria. E a scongiurare la protesta non sono servite neanche le risorse aggiuntive raccimolate negli ultimi giorni, nel mare magnum degli emendamenti, dal titolare dell'università Fabio Mussi. In 20 mila tra lavoratori pubblici delle università e degli enti di ricerca hanno infatti sfilato tra le strade della capitale per chiedere più risorse per gli atenei e gli enti di ricerca, un piano straordinario di 30 mila assunzioni e la stabilizzazione di tutto il personale precario. Una manifestazione che lo stesso Mussi ha definito importante per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla centralità della formazione superiore e della ricerca scientifica. ´Voglio assicurarli', ha precisato Mussi, ´che il governo condivide questo richiamo e conosce bene importanza del tema che hanno sollevato. Abbiamo alla fine trovato 230 milioni, molti di più di quanti preventivati nella manovra, ma se abbiamo fatto il possibile non abbiamo fatto quanto necessario: con questi fondi si torna in pareggio rispetto all'anno precedente'. A Roma si sono tenuti tre cortei, uno indetto dall'Unione degli studenti, uno dai confederali e l'altro dai Cobas. ´Oggi manifestiamo contro la Finanziaria che non ha scelto di investire sulla conoscenza, sull'università e la ricerca. Settori fondamentali per il futuro del paese', ha dichiarato il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini. In particolare, ha sottolineato Panini, ´si sta ignorando il problema della precarizzazione del settore che è un problema reale'. Certo, le risorse annunciate, permetteranno di azzerare i tagli di luglio scorso dovuti al decreto Bersani, ma ´per il settore sarebbero necessari ulteriori 300 milioni di euro'. Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: ´Questa Finanziaria segna una rotta contraria e rischia di portare alla marginalità e alla dequalificazione gli atenei e i centri di ricerca considerandoli non priorità da finanziare, ma solo voci di costo da comprimere e tagliare. Ridurre i fondi per la ricerca è una prospettiva inaccettabile'. Per il segretario generale della Uil Luigi Angeletti non si può parlare di sviluppo se la ricerca e l'università continuano ad avere il posto destinato alle cenerentole. ´Il governo', ha concluso Angeletti, ´deve mettere in campo una riforma che dia prospettive concrete alla ricerca, che eviti la cosiddetta fuga dei cervelli e che valorizzi i tanti lavoratori del settore'


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