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ItaliaOggi-Regioni: la riforma non s'ha da fare

NUOVE SUPERIORI/ Gli assessori regionali all'istruzione chiedono alla Moratti il ritiro del decreto. Regioni: la riforma non s'ha da fare Non ci sono le risorse, violata la collabor...

12/07/2005
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ItaliaOggi

NUOVE SUPERIORI/ Gli assessori regionali all'istruzione chiedono alla Moratti il ritiro del decreto.

Regioni: la riforma non s'ha da fare

Non ci sono le risorse, violata la collaborazione istituzionale

Mancanza di risorse, tempi di applicazione troppo brevi, assenza di qualsivoglia forma di condivisione istituzionale e sbilanciamento a favore dei licei del sistema educativo. Anche le regioni bocciano il decreto di riforma della scuola secondaria superior, che definiscono 'gravemente lesivo' delle loro prerogative costituzionali, e ne chiedono l'immediato ritiro. Non è un bel segnale considerato che quel testo, approvato in prima lettura, il 27 maggio, dal consiglio dei ministri, dovrà passare tra breve proprio all'esame della conferenza stato-regioni (la data è fissata per govedì prossimo). La presa di posizione fa seguito all'incontro svoltosi la scorsa settimana tra gli assessori regionali all'istruzione e alla formazione, capitanti dall'assessore laziale Silvia Costa, e i sindacati (si veda ItaliaOggi di giovedì scorso): a determinarla, come si legge nel documento redatto dai rappresentanti delle autonomie e consegnato al ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, la convinzione che il dicastero di viale Trastevere tenda ad aggiudicarsi, sconfinando nell'ambito delle autonomie regionali, competenze non sue.
i l destino della formazione

Ma soprattutto il timore che l'approvazione definitiva del decreto possa votare a una doppia emarginazione il canale dell'istruzione e della formazione professionale. In gioco, infatti, non c'è solo la questione dei finanziamenti ma anche la liceizzazione dell'istruzione tecnica: i sin troppo numerosi indirizzi del liceo tecnologico oscurerebbe, di fatto, l'offerta formativa del sistema di istruzione e formazione professionale. Quanto alle risorse, denunciano le regioni, l'intervento di spesa previsto dal decreto riguarderebbe solo i licei 'lasciando senza certezze la copertura del finanziamento dell'istruzione e formazione professionale sia per l'aspetto amministrativo che per quello relativo al personale'. E il rischio che i costi del secondo canale dell'istruzione e della formazione professionale possano gravare interamente sui bilanci regionali è più che reale: 'Il passaggio dell'istruzione e dell'istruzione e della formazione professionale alle regioni', si legge ancora nel documento, 'è disposto senza indicare le modalità e i finanziamenti necessari per la sua concreta attuazione'. Vale la pena ricordare che, allo stato attuale, le risorse per la formazione vengono attinte dai fondi europei.

le competenze regionali

Al ritiro del decreto, condizione necessaria per la ripresa di un dialogo costruttivo in grado di porre rimedio all'assenza di concertazione, segue la richiesta dell'applicazione del titolo V della Costituzione che affida proprio alle regioni la competenza concorrente in materia di istruzione nonché quella esclusiva rispetto all'istruzione e alla formazione professionale. Un trasferimento di competenze che richiede del tempo e che porta gli assessori regionali, anche in considerazione dell'assenza di fondi, a ritenere poco plausibile l'entrata in vigore del decreto già a partire dal 2006/2007.

il metodo che non va

È di metodo, infine, l'ultima questione affrontata dal documento e riguarda la imminente valutazione del decreto attuativo da parte della conferenza stato-tegioni. Per gli assessori, il testo, in quanto tratta di materia di competenza esclusiva regionale, dovrebbe essere sottoposto a intesa laddove lo schema di decreto prevede solo l'acquisizione di un parere consultivo.

Tutte motivazioni che però non sembrano aver sortito nessuna reazione da parte del ministero dell'istruzione, ben deciso ad andare avanti e ad avviare da settembre anche la sperimentazione annunciata al Cnpi, il Consiglio nazionale della pubblica istruzione.