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ItaliaOggi-Riforma Moratti, orario dimezzato

Riforma Moratti, orario dimezzato La riforma Moratti dimezza l'orario obbligatorio dei corsi di formazione regionale. Rispetto ai licei, delle 30 ore settimanali di lezione solo 15 sono obbl...

20/01/2005
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ItaliaOggi

Riforma Moratti, orario dimezzato

La riforma Moratti dimezza l'orario obbligatorio dei corsi di formazione regionale. Rispetto ai licei, delle 30 ore settimanali di lezione solo 15 sono obbligatorie ai fini della frequenza. Eppure entrambi i canali, i licei e i corsi regionali, fanno parte a pieno titolo e a pari dignità del sistema secondario, tant'è che in entrambi si assolve il diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, come prevede la legge di riforma dei cicli scolastici (n. 53/2003). È una delle anomalie dello schema di decreto messo a punto dal ministero dell'istruzione per innovare la scuola secondaria superiore, sul quale mercoledì prossimo si terrà il vertice con i sindacati, che in queste ore hanno passato ai raggi X il documento. Sul piede di guerra anche le regioni, che hanno in calendario sempre per il 26 gennaio una seduta di confronto interno.
Lo schema di decreto prevede, all'articolo 17, 990 ore annue di attività di formazione, che si traducono in 30 ore di lezione settimanale. 'Ma di queste 30 ore solo 15 saranno obbligatorie per la frequenza', denuncia Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. Un altro 25% minimo dovrà essere svolto in contesti di lavoro. Il restante 25% dell'orario è facoltativo, e dunque potrebbe non essere scelto dallo studente. 'Se la quota destinata alle attività lavorative dovesse essere superiore, eventualità che il decreto contempla, non si riesce proprio a capire come possa parlarsi di una pari dignità con l'istruzione dei licei', dice Panini.

Sotto accusa anche le sforbiciate ad altre discipline: meno ore di latino e di filosofia, un'ora in meno di educazione fisica nei piani obbligatori degli otto licei. In media, circa 2,3 ore settimanali che spariscono dal piano obbligatorio.

'Le ore perse sono solo in parte recuperate attraverso le attività opzionali obbligatorie', rileva il segretario dello Snals, Gino Galati. 'I licei tecnologici, per esempio, dovrebbero prevedere oltre alle materie culturali di base anche percorsi didattici, stage, alternanza con il lavoro che permettano di acquisire competenze spendibili sul mercato del lavoro', rileva il numero uno della Uil scuola, Massimo Di Menna, 'tutti elementi al momento assenti'.

Dubbi sull'articolazione dei percorsi formativi sono formulati anche dalla Cisl di Francesco Scrima: 'Non si capisce che cosa debbano essere i percorsi formalizzanti gestiti dalle regioni, c'è il rischio di scuole dove si studia male e che non servano ad accedere al mondo del lavoro'. Sul destino dei professionali sono perplesse le stesse regioni, che si troverebbero a gestire degli spezzoni degli ex istituti tecnici promossi a licei. Nelle intenzioni del ministero, le ore perse dal piano obbligatorio dovrebbero invece essere recuperate con quello facoltativo, che mira a personalizzare i programmi di studio di ogni studente attraverso approfondimenti di singole discipline. Ancora da decidere la quota destinata a materie di interesse prettamente locale, che comunque fanno parte del piano obbligatorio. Il provvedimento, una volta ultimate le consultazioni, andrà al consiglio dei ministri per il primo varo. Entro 90 giorni dovrà superare il vaglio delle commissioni parlamentari competenti e della Conferenza stato- regioni, per poi essere definitivamente licenziato. (riproduzione riservata)


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