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ItaliaOggi-Scuola, la Cgil contro le riforme

Scuola, la Cgil contro le riforme Le riforme su scuola e università vanno abrogate. È impossibile mediare. Non usa mezzi termini la Cgil nel chiedere l'annullamento dei provvedimenti del g...

20/10/2004
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ItaliaOggi

Scuola, la Cgil contro le riforme

Le riforme su scuola e università vanno abrogate. È impossibile mediare. Non usa mezzi termini la Cgil nel chiedere l'annullamento dei provvedimenti del governo che hanno rimesso mano al sistema scolastico e universitario: la riforma dei cicli scolastici e quella dello status giuridico dei docenti. Una richiesta avanzata ieri dal segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, e dal segretario scuola, università e ricerca, Enrico Panini, che chiarisce la posizione del sindacato in vista delle prossime elezioni. A chi infatti nelle fila del centro-sinistra aveva avanzato la proposta di non abrogare le riforma targate Berlusconi, ma di tentare di migliorarle modificandole, Panini risponde che è impossibile: 'Sono provvedimenti inaccettabili e hanno reato scompiglio e protesta in tutte le scuole e in tutti gli atenei. Un ministro responsabile avrebbe dovuto prenderne atto'.
Uno dei punti nevralgici del settore complessivo della conoscenza è quello delle risorse: è necessario che gli investimenti passino dall'attuale 5% del pil al 6% per garantire asili nido a tutti, la scuola dell'infanzia statale in tutto il paese, per rispondere alla domanda di tempo pieno e prolungato, per portare il 100% dei giovani al diploma di scuola superiore. Un piano nazionale per il diritto allo studio viene poi rivendicato per riconoscere, in relazione al reddito, un contributo economico proporzionale alla durata degli studi a ogni famiglia. L'obbligo scolastico, poi, deve essere innalzato, chiede la Cgil, fino a 18 anni e l'analfabetismo, che vede oggi a rischio il 43% della popolazione adulta, deve essere azzerato. Investimenti sono necessari, secondo Panini, anche per il reclutamento di insegnanti, giovani ricercatori e tecnici. 'La precarizzazione forzata dei lavoratori', rileva il segretario della Cgil scuola, università e ricerca, 'fa male al sistema paese. Il 20% nella scuola e il 50% nella ricerca e nell'università è costituito da lavoratori precari'. Sul fronte della protesta a macchia d'olio degli atenei, Epifani ha sottolineato che è la naturale conseguenza 'della riduzione degli investimenti, del decreto sulle carriere dei ricercatori e del progetto di ristrutturare corsi che potrebbero di nuovo mettere in discussione percorsi stabiliti pochi anni fa, una situazione caotica da sanare'. Dal prossimo governo, insomma, la Cgil si attende una risposta diversa