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ItaliaOggi-Sindacati uniti: la riforma non va
Sindacati uniti: la riforma non va A parte qualche eccezione, il fronte sindacale è compatto nell'esprimere il proprio dissenso in merito al decreto sulla secondaria approvato la scorsa se...
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Sindacati uniti: la riforma non va
A parte qualche eccezione, il fronte sindacale è compatto nell'esprimere il proprio dissenso in merito al decreto sulla secondaria approvato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri.
'Un brutto pasticcio' è l'inappellabile giudizio del segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini: 'La scuola superiore che oggi è unitaria sarà divisa in scuola di serie A (i licei) e in scuola di serie B (i professionali).
Con questo decreto l'orologio della storia scolastica del nostro paese viene riportato al 1923 quando l'allora ministro Gentile decise che le scuole tecniche e professionali'.
Non suonano certo più tenere le affermazioni del segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna, che parla di 'riforma virtuale, che lascia nell'incertezza il personale della scuola'. Ma è anche il metodo, e il fatto che ad oggi non siano ancora disponibili i testi dei decreti, a lasciare interdetti i sindacati. Il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, sottolinea come 'a tuttora le organizzazioni sindacali di questo paese ignorano il testo definitivo del decreto e se siano state raccolte, o meno, le numerosissime raccomandazioni, osservazioni e condizioni poste dalle commissioni parlamentari'.
Critica anche il coordinatore di Gilda, Alessandro Ameli, che, attenta soprattutto ai temi del precariato e del nuovo contratto, ribadisce comunque la sua 'più decisa opposizione ad ogni forma di frantumazione del sistema scolastico'.
Fuori dal coro, la voce dello Snals-Confsal di Gino Galati che accoglie l'approvazione degli ultimi due decreti attuativi della legge 53/2003 come 'un nuovo capitolo sulla strada della riforma'.
In particolare, Galati saluta con soddisfazione l'ampliamento dello studio delle lingue straniere e il potenziamento dell'area di indirizzo dei licei tecnologici. Posizione minoritaria la sua e in deciso contrasto rispetto a quella dei confederali pronti, invece, a dare battaglia