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ItaliaOggi-Sull'ora di religione nuovo scontro: obbligatoria o facoltativa?

Sull'ora di religione nuovo scontro: obbligatoria o facoltativa? È l'ora di religione l'oggetto dell'ennesimo scontro tra il ministero dell'istruzione e la segreteria generale della Flc-Cgi...

22/11/2005
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ItaliaOggi

Sull'ora di religione nuovo scontro: obbligatoria o facoltativa?

È l'ora di religione l'oggetto dell'ennesimo scontro tra il ministero dell'istruzione e la segreteria generale della Flc-Cgil. L'attacco arriva, giovedì scorso, da Enrico Panini: 'Grazie al riordino del secondo ciclo, la religione da materia facoltativa che era diventa obbligatoria'. Con buona pace, aggiunge Panini, del Concordato dell'84 e di una sentenza della Corte costituzionale (n. 203/89) che definiva stato di non obbligo quello nel quale vengono a trovarsi gli studenti che decidano di non usufruire dell'ora di religione e che, pertanto, non sono neanche tenuti a svolgere attività alternativa alcuna. Un'ora che invece, sempre secondo la Cgil, figurerebbe, proprio insieme alle attività alternative suddette, tra gli 'insegnamenti obbligatori comuni a tutti' previsti dal decreto n. 276/2005 sulla secondaria (G.U. del 9 novembre) e non tra le attività e gli insegnamenti facoltativi, come peraltro lo stesso decreto stabilisce: 'La scelta di tali attività e insegnamenti è facoltativa e opzionale per gli studenti e la loro frequenza è gratuita' (articolo 3, comma 2). Ma il vero punto dolente è che le ore di religione cattolica, divenuta materia obbligatoria, verrebbero di conseguenza inserite tra le quote che concorrono a determinare il monte ore annuale. 'Non frequentare l'ora di religione', denuncia il sindacato, 'implicherà una penalità di 33 ore di assenza e poiché per aspirare alla promozione è necessario frequentare almeno il 75% delle ore previste dal piano di studio e dunque dal monte ore complessivo, la bocciatura è assicurata'. Certo continuerà a essere considerato legittimo, è la conclusione cui giunge la Flc-Cgil, non avvalersi dell'ora di religione o decidere di non svolgere attività alternative ma quelle 33 ore di assenza peseranno sugli attestati di frequenza ancor prima dell'inizio dell'anno scolastico. Vale la pena ricordare che con le nuove norme sul secondo ciclo il calcolo delle presenze a scuola viene effettuato sulla base del numero delle ore e non più dei giorni.
Immediata la risposta di Letizia Moratti: 'Non è vero che ciò che è facoltativo diventa obbligatorio. Nulla è cambiato per quanto riguarda l'insegnamento della religione o lo svolgimento delle attività alternative'. Il ministero spiega che l'ora di religione diventa obbligatoria nel momento in cui lo studente abbia operato la scelta in tale direzione, come accadeva prima della riforma. Quanto al tetto delle assenze, si calcola solo sulle materie scelte dallo studente: per coloro che non intendono avvalersene la mancata fruizione dell'insegnamento della religione non verrà considerata assenza dalle lezioni.

La religione, insomma, resta materia facoltativa e la mancanza negli ultimi due decreti attuativi della legge n. 53/2003 di ulteriori specificazioni andrebbe ricondotta a detta del ministero unicamente al fatto che la norma che consente a genitori e studenti di avvalersi o meno dell'insegnamento della religione cattolica non è stata mai abrogata dalla legge di riforma della scuola.


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