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ItaliaOggi: Tagli alla ricerca, è rivolta

Sale la protesta contro la Finanziaria. Mussi ai ferri corti con Padoa-Schioppa. E la Levi Montalcini: voterò no alla manovra

11/11/2006
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ItaliaOggi

Consiglio dei ministri incandescente per Fabio Mussi. Il ministro dell'università e della ricerca ha spiegato ieri, ai colleghi di governo, i molti motivi che consiglierebbero di eliminare i tagli al mondo accademico. Una Finanziaria che con una mano dà 420 milioni di euro in più a ricerca e università e con l'altra, grazie anche alla complicità del decreto taglia spese, ne toglie almeno 405, non è sostenibile, ha argomentato Mussi. Che però ha dovuto incassare un no, non formale ma di sostanza, dall'economia. Assediato da giorni dalla protesta di rettori, ricercatori e scienziati, il responsabile del dicastero di piazzale Kennedy ha più volte rinnovato l'intenzione di dimettersi se la Finanziaria dovesse restare com'è. Da ultimo ieri, a colmare la misura, è intervenuta anche il premio Nobel, Rita Levi Montalcini, senatore a vita: ´Se la manovra resterà così', ha detto la Montalcini nel summit che si è tenuto a Roma, ´io non la voterò'. È al senato anche un solo voto in meno è pericoloso per un governo a maggioranza risicata. Mentre alla camera, dove procedono le votazioni in aula sulla Finanziaria, l'Unione ha intanto sfoderato un subemendamento che elimina tutti i tagli alla ricerca pubblica, togliendo risorse a quella privata. Ma il ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, si è mostrato inflessibile. Sul maxi-emendamento che l'economia sta preparando per rivedere la manovra c'è un vero assalto alla diligenza. E Tps, al momento, non si sbilancia. Anzi, nel corso del consiglio dei ministri ha rincarato la dose, sostenendo che i soldi pubblici vanno spesi bene, anche nelle università, che sperperi non sono consentiti in nessun settore. Sconti a Mussi, insomma, non se ne fanno. ´Un massiccio definanziamento dell'università è un azzardo sul futuro', ha replicato Mussi in una nota ufficiale a fine giornata. ´Posso convenire con il ministro dell'economia che i soldi pubblici vanno spesi bene, sempre e in tutti i settori, compresa l'università e gli enti pubblici di ricerca. Mi permetto tuttavia di osservare aggiunge che non siamo in una situazione di abbondanza'. Secondo i dati del Mur, l'Italia spende per l'università lo 0,88% del pil: la media Ocse è l'1,2%. La spesa in ricerca si assesta,tra pubblico e privato, sull'1,1% del prodotto interno lordo contro una media Ocse dell'1,5%. ´Abbiamo la metà dei ricercatori francesi, un terzo dei tedeschi, un decimo dei giapponesi, un trentesimo degli americani'. Mette in guardia dall'effetto boomerang che una manovra di questo tipo potrebbe avere sull'elettorato Nando Dalla Chiesa, sottosegretario all'università. ´È vero che ci sono altri fronti finanziari che possono essere attivati e che non attengono alla manovra penso ai fondi europei', dice Dalla Chiesa, ´ma ci sono interventi oggettivamente insostenibili. Il 20% di tagli ai consumi intermedi delle università, per esempio, rischia di essere una mannaia che si abbatte indiscriminatamente su tutte le università anche quelle virtuose. Non è una misura di risanamento. E i nostri elettori, invece, si aspettano altro'.
Secondo indiscrezioni che trapelano, Mussi starebbe lavorando, anche grazie alla sponda del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Enrico Letta, per ottenere almeno un dimezzamento dei tagli ai consumi intermedi, con una revisione anche dei meccanismi di finanziamento delle università, in grado di fare maggiore selezione. ´Intanto noi però non possiamo stare alla finestra', commenta Walter Tocci, responsabile università per i Ds alla camera. ´Se Padoa-Schioppa non troverà risorse aggiuntive reali per il settore, utilizzeremo diversamente quelle esistenti'. L'Unione ha infatti pronto un subemendamento di scorta alla Finanziaria con il quale si riutilizza il miliardo di euro dei bandi e della ricerca industriali per le università e gli enti di ricerca. Obiettivo: pagare gli stipendi dei dipendenti, altrimenti a rischio, accusano i rettori, con il tagliaspese.