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ItaliaOggi: Tps prepara la stangata sui travet

Nel mirino del ministro dell'economia i contratti scaduti di 3,5 milioni di dipendenti pubblici.

14/03/2007
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ItaliaOggi

Aumenti biennali non oltre il 4,46%: i privati prendono meno

Non demordere, essere inflessibili nella trattativa. Ricordarsi che, nel privato, i dipendenti guadagnano meno, e dunque tenere gli aumenti entro il tetto del 4,46%, tutto compreso. Sono di questo tenore le indicazioni che il ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, sta mettendo a punto, secondo quanto risulta a IO, all'indirizzo del collega dell'innovazione e riforma della pa, Luigi Nicolais. In gioco c'è il rinnovo dei contratti di circa 3,5 milioni di dipendenti pubblici, scaduti tutti da 15 mesi. Insieme, Tps e Nicolais, devono stilare la direttiva in base alla quale l'agenzia governativa porterà avanti le trattative con i sindacati. Un esercito di lavoratori, quelli del pubblico impiego, sulla cui spesa tutti i ministri dell'economia degli ultimi dieci anni hanno provato a stringere, tagliando gli organici, da un lato, e tentando di calmierare i contratti, dall'altro, perché rinnovarli costa miliardi, più o meno uno per ogni punto percentuale di aumento concesso. E così ora pure Tps ci riprova a tenere stretta la cinghia, a evitare che sia speso più di quanto previsto dalla Finanziaria per il 2007. E dunque: aumenti per il 2006/2007 a regime del 4,46%, con il quale pagare la perdita di potere d'acquisto, il differenziale tra inflazione programmata ed effettiva per il precedente biennio e pure la produttività. Una prova di forza verso i sindacati, oggi impegnati a portare a casa il memorandum sul pubblico impiego, l'accordo di riforma delle regole a cui mancano le firme di regioni, province e autonomie locali, e quella definitiva di tutti. Oggi pensano al memorandum, ma sanno benissimo che dopo comincia la partita vera, quella dei contratti. E che non possono permettersi di perderla, dopo 15 mesi di blocco dei salari. In altra epoca, con il precedente esecutivo Berlusconi, per esempio, a parità di ritardo si erano già succeduti molteplici scioperi. Oggi, invece, si attende ancora, la prima astensione dal lavoro ci sarà il 30 marzo per mano delle Rdb Cub, poi la prova generale di Cgil, Cisl e Uil con la scuola il 16 aprile. Ma una trattativa al ribasso, che non consente margini sulla produttività, non è accettabile. ´Non so che indicazioni Nicolais e Padoa-Schioppa daranno all'Aran per il rinnovo dei contratti, quello che è certo è che mancano i fondi per la produttività', analizza Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil per l'economia e la finanza. ´Prima della legge finanziaria avevamo stimato un aumento del 5,02% per coprire anche l'aumento per la produttività, ma oggi quella cifra è insufficiente, il prezzo dei beni e delle tariffe è cresciuto, non possiamo pensare di portare a casa un aumento medio di 100 euro lordi al mese, che si traducono in poco più di 65 euro al mese, una miseria', commenta Carlo Fiordaliso, segretario della Uil funzione pubblica. Nel tutto compreso richiesto da Tps, invece, ci starebbe anche l'incremento per la produttività. La coperta della Finanziaria, insomma, deve coprire anche il secondo livello contrattuale. Anche perché Tps non può capacitarsi, e ha dato un'apposita delega al suo sottosegretario, Nicola Sartor, di approfondire la materia (si veda ItaliaOggi di ieri), che gli aumenti nei fatti percepiti dai dipendenti pubblici risultano essere ben più alti di quelli del privato. Per esempio, nel periodo 2000/2005 i salari dei dipendenti pubblici, secondo gli ultimi dati Aran, sono cresciuti del 23,7% contro il 15,1% dell'industria. ´I dati bisogna saperli leggere, per esempio nel comparto pubblico si inseriscono anche magistrati, professori universitari e consulenti, che guadagnano molto di più dei dipendenti dei contrattualizzati', risponde piccato Rino Tarelli, segretario della Cisl funzione pubblica, ´e poi nel pubblico esiste la contrattazione di secondo livello ovunque, non è così nel privato. Si fanno confronti tra situazioni diverse'. L'unica cosa certa, concordano i sindacati, è che ´il 4,46% è veramente molto poco'. Quanto durerà ancora la pace?