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ItaliaOggi: Ultimatum agli atenei in rosso

Allarme a Trieste, Firenze, Napoli e Pisa. Prepensiona menti e cessioni immobiliari i possibili rimedi.

07/08/2007
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ItaliaOggi

I rettori spendaccioni ora rischiano il commissariamento

All'università di Bari vogliono prepensionare i docenti. Mentre, a Firenze, si vuol procedere con una cessione straordinaria di immobili. Nel dissestato panorama delle finanze universitarie, ognuno si arrangia come può per riuscire a tenere il naso fuori dal pelo dell'acqua. Tanto più ora, con lo spettro del commissariamento per gli atenei più spendaccioni. Perché è quello a cui potrebbero andare incontro almeno quattro atenei italiani se non rimetteranno in sesto ben in fretta i conti. Il rischio commissariamento per le università di Firenze, Napoli “L'Orientale”, Pisa e Trieste, è scritto nero su bianco nella relazione (“Misure per il risanamento finanziario e l'incentivazione dell'efficacia e dell'efficienza del sistema universitario”), della commissione tecnica per la finanza pubblica, un organo consultivo del ministro Tommaso Padoa Schioppa, che sulla questione non va tanto per il sottile e avverte gli atenei: a causa «dell'insufficiente e discontinua dinamica dei finanziamenti pubblici, esiste il rischio di dissesto finanziario per un certo numero di atenei, ed esso è destinato ad accrescersi» , se non si correrà ai ripari. Ecco perché, »in caso di grave inadempienze», non si esclude, «l'ipotesi estrema di commissariamento». Al centro della questione è il Fondo di finanziamento ordinario che il ministero di Fabio Mussi stanzia annualmente, che rappresenta il 63% delle entrate di tutte le università e che è destinato a coprire le spese per il funzionamento degli atenei comprese quelle per la ricerca. Ma che ora basta appena per gli stipendi. Ecco perché alcuni rettori erano già corsi ai ripari. Come quello dell'ateneo barese, Corrado Petrocelli, che ha ipotizzato un piano di tagli e razionalizzazioni, che prevederebbe il pensionamento dei professori che hanno superato i 65 anni di servizio o i 40 anni di lavoro. Non un pensionamento forzato, ma quello che viene considerato una sorta di pre-pensionamento, incentivato al massimo pur di convincere almeno una trentina di docenti più anziani e costosi a lasciare la cattedra. Ancora solo un'ipotesi che però servirebbe a recuperare parte di quegli 11 milioni mancanti. C'è poi il caso dell'ateneo fiorentino, guidato da Augusto Marinelli, che nel bilancio di previsione del 2007 aveva dichiarato un disavanzo di circa 32 milioni di euro. Ecco perché, per conseguire il pareggio, ha inserita un' ulteriore voce di entrata: la cessione dell'immobile Le Montalve, del valore di 45 milioni di euro, alla regione Toscana sulla base di un progetto congiunto di utilizzo. Cosa non nuovo per l'ateneo fiorentino. Perchè lo stratagemma rappresenterebbe un'ulteriore alienazione, dopo quelle degli scorsi anni, di una parte del patrimonio dell'ateneo a copertura di spese di funzionamento. Anche se fa sapere il rettore nella relazione,«si tratta chiaramente di interventi di corto respiro che possono permetterci di risolvere la contingenza immediata, ma che certo non risolvono i problemi dell'ateneo considerando anche la limitatezza del patrimonio non strumentale ancora disponibile». Ma di gestione sperperata dei finanziamenti ce ne sono a non finire. Si potrebbe citare, per esempio, il caso dell'università della Basilicata nota per lo sperpero dei fondi post-terremoto: qualcosa come 7,5 milioni di euro per costruire serre, mai utilizzate, per gli studenti di agraria. Ne ha parlato anche il procuratore generale della Corte dei conti lucana, Michele Oricchio che ha incluso l'ateneo lucano tra gli enti sui cui si addensano i sospetti di mala gestione di beni pubblici. L'ateneo genovese era pronto, invece, a cedere il diritto di superficie di cui gode per l'Albergo dei Poveri, dimora seicentesca, oggi sede della facoltà di scienze politiche, un tempo ospizio per gli indigenti, per sanare un buco di 15 milioni di euro. Un buco uscito fuori, quasi per caso e scoperto controllando gli ultimi documenti contabili . Anche se per il rettore Gaetano Bignardi la colpa è da imputare proprio all'ex ospizio, al centro di un progetto di riqualificazione, di cui si parla da anni, che avrebbe dovuto trasformarlo nella sede prestigiosa di tutte le facoltà umanistiche. Ora il rettore ha segnalato il fatto alla Corte dei Conti per gli eventuali provvedimenti di competenza. Ma la lista di atenei con i conti in rosso è lunga se si pensa che, secondo i criteri proposti dal governo, gli atenei a rischio potrebbero essere molti di più. Perché, chi sfora, dovrà presentare un piano di risanamento da seguire puntualmente. Pena il commissariamento. Ci sarà da lavorare per i tecnici di piazzale kennedy.