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ItaliaOggi: Università, arrivano gli indicatori di efficienza

Firmato il decreto sulla trasparenza dell'offerta formativa

20/06/2008
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ItaliaOggi

L'università italiana imbocca la via dell'efficienza e della trasparenza. E stavolta lo fa con strumenti più stringenti che in passato. Con il decreto firmato pochi giorni fa dal direttore generale per l'università Antonello Masia la trasparenza che dovrà caratterizzare l'offerta presentata dagli atenei, non sarà più solo un consiglio ma un obbligo. E gli atenei saranno tenuti a rispettare una griglia di indicatori che conterranno tutte le informazioni obbligatorie da offrire agli studenti. Che d'ora in poi potranno sapere, per esempio, non solo il numero dei crediti assegnati alla disciplina che hanno deciso di seguire, o il numero delle ore previste in aula o in laboratorio per alcuni corsi di studio, ma anche il curriculum scientifico di tutti i docenti, il successo di coloro che si sono appena laureati sul mercato del lavoro, o se potranno usufruire o meno di tutte le strutture di supporto. Secondo il decreto, poi, andrà inserita nell'offerta formativa pubblica gli indirizzi internet dell'ateneo dove saranno contenute tutte quelle informazioni atte a fornire un'adeguata descrizione della configurazione complessiva dell'ateneo e dei servizi per gli studenti. E quindi gli studenti avranno informazioni sugli alloggi, la mensa, i servizi di sostegno economico, le attrezzature sportive e l'intero costo della vita nella realtà dove si trova l'università prescelta. A partire dal prossimo anno accademico quindi gli atenei dovranno rendere pubblica tutta loro offerta formativa prima dell'avvio delle attività didattiche e comunque entro il 31 ottobre di ogni anno. L'obiettivo: valorizzare il diritto degli studenti a scegliere entro un'offerta didattica trasparente e complessivamente qualificata. E nello stesso tempo innescare una diversa dinamica nella competizione tra le università, che non sia però fondata sulla ricerca di ogni mezzo per aumentare gli iscritti, ma invece, sulla qualità. Gli studenti quindi sapranno non solo i risultati d'apprendimento previsti per quel corso di studio, ma anche gli sbocchi professionali, la percentuale dei laureati che trovano posto di lavoro a 12 mesi dalla laurea per un determinato corso e quella di coloro che, nello stesso periodo, non cercano lavoro perché proseguono gli studi in un altro corso universitario, oppure svolgono un tirocinio o un praticantato obbligatorio per accedere a una determinata professione. E poi ancora prima d'iscriversi potranno sapere l'incidenza degli abbandoni fino ai tempi medi necessari a conseguire il titolo. Le informazioni dovranno riguardare anche gli estremi del decreto direttoriale che ha disposto l'istituzione di una determinata università e la sua intera organizzazione: dalla presidenza agli organi di coordinamento della didattica fino alla docenza. Insieme all'efficienza, alle strutture e alla presenza di un corpo docente adeguato, la trasparenza entra da protagonista nei requisiti necessari per l'offerta formativa degli atenei, che ora hanno meno di tre anni (cinque per le università più giovani e per le private) per adeguarsi: da minimi, com'erano definiti fino a oggi, i requisiti diventano, infatti, necessari, e senza la patente di qualità assegnata dai nuclei di valutazione il corso di laurea non potrà vedere la luce. Positivo il commento del Consiglio nazionale degli studenti universitari su questo provvedimento che considera «rivoluzionario per la qualità della didattica universitaria».