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ItaliaOggi-Università in panne

Tosi (presidente Crui): atenei non al passo con l'estero. Università in panne Serve una costituente bipartisan Una costituente bipartisan per una nuova università. Nonostante i r...

21/09/2005
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ItaliaOggi

Tosi (presidente Crui): atenei non al passo con l'estero.

Università in panne

Serve una costituente bipartisan

Una costituente bipartisan per una nuova università. Nonostante i risultati incoraggianti del modello 3+2, con una crescita del 33% dei laureati e una riduzione dal 70 al 35% degli abbandoni, il sistema universitario italiano non tiene il passo con quelli dei paesi di riferimento. La prima colpa, la più grave, è quella di non riuscire a formare adeguatamente i giovani. Troppo attenti alle esigenze contingenti del mondo del lavoro, si è persa di vista la mission dell'università. L'atto di accusa è del presidente della conferenza dei rettori, Piero Tosi. Ieri a Roma, nel corso della relazione annuale sullo stato degli atenei, davanti a esponenti di governo e di opposizione, Tosi ha chiesto che con la nuova legislatura si inauguri una costituente generale su università e ricerca, per mandare avanti dopo la riforma operata dal ministro dell'istruzione e dell'università, Letizia Moratti.
L'arrivo del ministro è stato salutato dai fischi di un gruppo di studenti di sinistra. Sorte analoga è toccata anche, per voce questa volta di universitari di destra, al segretario dei Ds, Piero Fassino, e al leader in pectore dell'Unione, Romano Prodi.

Le richieste sul tappeto. L'appello, il presidente della Crui, lo ha rivolto alle forze politiche dei diversi schieramenti: 'Chiunque di voi vada al governo assuma almeno due impegni: promuovere una convocazione degli stati generali dell'università, per ridefinire missione e senso dell'istituzione; mettere mano a uno statuto, un testo di principi e di clausole generali che chiarisca il volto dell'università con il quale il nostro paese si presenta all'appuntamento con il Terzo millennio'. I settori in cui intervenire sono tanti: dal riesame dei contenuti dei corsi di studio alla riforma dei concorsi, da un incremento della spesa per il settore al rilancio della ricerca, senza dimenticare il grande passaggio della valutazione con la creazione di un'Agenzia esterna.

I laureati. La percentuale dei laureati sulla popolazione generale è ancora oggi fra le più basse d'Europa anche se è aumentata del 33% negli ultimi tre anni. La riforma dei cicli dovrebbe migliorare questa situazione. Su 40 mila studenti che si sono laureati nel 2004 con il nuovo ordinamento ben 92 mila lo hanno fatto entro la durata del corso. Ossia 44 su 100 non sono andati fuori corso. Contro una media che era invece del 5% nel 2003 per gli iscritti del vecchio ordinamento. Gli studenti inattivi, cioè coloro che non sono riusciti a superare in un anno neanche un esame, sono scesi dal 22,8% del vecchio ordinamento al 15% del nuovo.

Sul fronte delle nuove immatricolazioni, gli ingressi per l'anno accademico hanno sfiorato quota 348 mila, con una lieve diminuzione, rispetto all'anno precedente, di circa 5 mila unità.

Accreditamento. Tosi difende il valore legale del titolo di studio. Innanzitutto non è sempre vero che in altri paesi il titolo non abbia valore legale. E, comunque, non è questo aspetto a cambiare i risultati. Il vero spartiacque è costituito dall'accreditamento dei corsi: è questa la terza via proposta da Tosi che punta pure sulla necessità di restituire credibilità ai concorsi di reclutamento dei docenti, con nuove modalità per la costituzione delle commissioni e regole più severe di trasparenza.

Sostegni privati. È un preciso dovere dello stato dare adeguato sostegno alle università, che tuttavia non vivono affatto solo a sue spese. Il contributo dello stato e degli enti locali rappresenta meno del 65% delle entrate complessive in ben 30 università; il resto è rappresentato da contribuzioni private. Il contributo degli studenti non supera il 10%nella maggioranza dei casi.

Ricerca, più collaborazione. Il rilancio della ricerca italiana, dice il numero uno dei rettori, passa attraverso investimenti adeguati e una maggiore collaborazione tra atenei, enti di ricerca, aziende, sistema del credito e fondazioni.

La risposta di Prodi. La relazione del presidente della conferenza dei rettori 'è una denuncia forte e impietosa degli obiettivi e dei bisogni, comparata alla scarsità, non solo dei mezzi, ma anche wdel governo', ha sottolineato Romano Prodi. Un errore nel quale, ha assicurato infine il Professore, 'non incorrerà l'Unione, qualora vincesse le elezioni politiche'