Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » ItaliaOggi-Università, per i ricercatori spuntano stipendi pesanti

ItaliaOggi-Università, per i ricercatori spuntano stipendi pesanti

Secondo il Miur è necessario presentare un piano triennale di assunzioni. Università, per i ricercatori spuntano stipendi pesanti Meno autonomia, ma paghe più pesanti per i ricerca...

25/01/2005
Decrease text size Increase text size
ItaliaOggi

Secondo il Miur è necessario presentare un piano triennale di assunzioni.

Università, per i ricercatori spuntano stipendi pesanti

Meno autonomia, ma paghe più pesanti per i ricercatori. Una notizia buona e una cattiva per gli atenei, che hanno proclamato un nuovo stato di agitazione, sulla base delle novità introdotte dal decreto legge approvato venerdì scorso in consiglio dei ministri.
Secondo le nuove norme, infatti, gli atenei potranno confermare e quindi aumentare gli stipendi dei ricercatori a partire già dal primo anno, ma per farlo sarà indispensabile presentare al Miur, per l'approvazione, un piano triennale delle assunzioni. Una misura decisa dal ministero per cercare di limitare il boom di cattedre e corsi che si sono moltiplicati dopo l'introduzione del doppio corso di laurea da tre e da cinque anni.

La misura è stato salutata con soddisfazione dal ministro Letizia Moratti che ha definito la possibilità di aumentare gli stipendi dei ricercatori dalle attuali 1100 euro al mese a oltre 1500 subito dopo il primo anno, una misura importante per cercare di fermare la fuga dei cervelli dall'Italia.

Più preoccupato invece il mondo universitario, come emerge dal documento unitario firmato giovedì sera da undici sigle sindacali e associative del settore, tra i quali i sindacati confederali e lo Snals. Il decreto in questione, secondo i le organizzazioni sindacali, infatti, 'conferma l'attacco definitivo all'autonomia delle Università, alle quali non si riconosce più alcuna capacità e ragionevolezza nella gestione delle proprie risorse'. Inoltre la misura del governo appare in netta contraddizione con quanto afferma il ddl sullo stato giuridico dei docenti universitari che prevede la messa a esaurimento del ruolo del ricercatore. Il timore è che attraverso i nuovi aumenti di stipendio si voglia tacitare il mondo della ricerca che invece, a detta delle associazioni verrebbe duramente danneggiata se il ddl sullo stato giuridico fosse approvato. Il provvedimento in questione, tra l'altro, dopo numerosi tentativi di dialogo, tavoli di confronto, e continui rinvii decisi nella speranza che sul testo si potesse raggiungere un accordo con una parte rilevante delle rappresentanze universitarie risulta calendarizzato presso l'aula della camera nel mese di febbraio.

Ragioni che hanno spinto i sindacati a promuovere lo stato di agitazione e a promuovere una nuova settimana di iniziative e proteste dal 14 al 18 febbraio. Proteste che poi culmineranno in una manifestazione nazionale che dovrebbe tenersi il 2 marzo a Roma.


FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Nei prossimi giorni potrai firmare
per il referendum abrogativo.

APPROFONDISCI