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Istruzione professionale alle Regioni Redazione KwScuola L'istruzione professionale passerà in blocco dallo Stato alle regioni. E' questo, in sintesi, quanto ha annunciato il ministro Letizia Mor...
Istruzione professionale alle Regioni
Redazione KwScuola
L'istruzione professionale passerà in blocco dallo Stato alle regioni. E' questo, in sintesi, quanto ha annunciato il ministro Letizia Moratti ai rappresentanti delle regioni nel corso di un incontro servito a fare il punto sul progetto di riforma generale della scuola.
In particolare, secondo quanto si è appreso, il piano messo a punto dagli esperti del ministero e che la Moratti sta discutendo con i suoi interlocutori regionali prevede il trasferimento graduale (e concordato nell'ambito anche della cosiddetta 'cabina di regia') agli enti regionali di tutto ciò che attiene la responsabilità, la gestione e l'organizzazione degli istituti di formazione professionale, nessuno escluso, che attualmente interessano il 25% dell'intera popolazione scolastica italiana.
Finora, invece, in materia di istruzione professionale la potestà esclusiva era dello Stato, cioè pubblica. Tuttavia, con la nuova legge l'area di istruzione professionale e tecnologica passerà si agli enti locali, ma rimarrà comunque di carattere pubblico.
Il passaggio di competenze e potestà alle regioni, secondo quanto si è appreso, dovrebbe essere accompagnato da un ulteriore provvedimento, che verrà perfezionato d'intesa con la conferenza stato regioni, nel quale il ministero dell'istruzione - che comunque continuerà a esercitare la vigilanza su tutta la materia - preciserà diritti degli studenti e dei docenti, e criteri e limiti di omogeneità dell'istruzione professionale.
In pratica, lo Stato eserciterà una forma di controllo per garantire che non ci siano disparità soprattutto in materia di di standard qualitativi fra gli istituti di alcune regioni e quelli di altre, e interverrà laddove disparità dovessero verificarsi.
Analogamente, sul piano dei diritti individuali, sempre secondo quanto si è appreso, il progetto prevede - come peraltro già è oggi - che non venga modificata la possibilità, sia per gli studenti sia per i professori, di passare dall'istituto di una regione a quello di un'altra, e dal canale professionale a quello dell'istruzione e viceversa.
Altra proposta ancora è quella che prevede la possibilità di accesso all'università anche agli studenti provenienti da un istituto professionale, previo esame di stato. I diplomi avranno valore nazionale e la spendibilità dei medesimi a livello nazionale e comunitario.
I rappresentanti delle Regioni hanno giudicato positivamente il
fatto che il ministro dell'Istruzione li abbia voluti incontrare, anche se l'incontro è stato giudicato "tardivo".
Nel merito degli argomenti affrontati durante la riunione, affermano, invece, la loro delusione dal momento che il ministro ha ribadito che il confronto sulla riforma della legge 30 (la riforma Berlinguer) è stato rinviato a dopo la presentazione in Consiglio dei Ministri del provvedimento. Molti dubbi delle Regioni, inoltre, non sono stati chiariti, così come non è chiaro neppure il percorso del trasferimento delle competenze per quanto riguarda l'istruzione professionale. Il disagio maggiore tuttavia nasce dall'impressione diffusa che il ministro voglia andare avanti con atti unilaterali.