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l'Arena: «Istruzione a rischio paralisi»

i mali degli istituti pubblici: la carenza di personale docente e il contratto nazionale scaduto da oltre un anno

14/03/2007
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L'Arena

I sindacati lanciano l’allarme e annunciano lo sciopero per il 16 aprile

La scuola italiana è in crisi, quella veronese in pieno affanno. Una denuncia chiara e forte quella che decidono di illustrare Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola. La situazione è grave, «a rischio», affermano i responsabili provinciali Lorisa Vaccari, Umberto Nin e Alfonso Arena, «addirittura l’offerta formativa». Per questo il prossimo 16 aprile tutti i docenti delle scuole italiane si asteranno dal lavoro, uno sciopero per denunciare sia la carenza di personale, sia quella economica, visto che il contratto nazionale è scaduto dal gennaio dello scorso anno. Ma se le difficoltà riguardano il mondo della scuola a livello nazionale, a Verona si può parlare di vera e propria emergenza.
«Il dato che risulta», accusano i sindacati, «dall’informativa fornita la scorsa settimana sia dall’ufficio regionale che da quello provinciale è quello di una decurtazione complessiva decisa dal ministero di 17 posti in organico nella nostra provincia per l’anno scolastico 2007-2008. Tutto ciò nonostante l’aumento complessivo di 1.507 alunni iscritti dia il diritto a Verona ad oltre 120 posti in più».
Un ulteriore decremento di 17 docenti che allarma il sindacato veronese alla luce anche di una situazione di grande difficoltà. «Ricordiamo infatti», continuano Vaccari per la Cgil, in per la Cisl e Arena per la Uil, «che lo scorso anno l’aumento di alunni era stato di 1.509 unità, a conferma di un trend in costante crescita».
Verona ora ha una corpo alunni di 94.547 unità, ancora lontano da Vicenza, provincia leader in Veneto con oltre 100 mila alunni, ma assieme a Padova ha fatto registare il maggior aumento per l’anno scolastico 2007-2008. «A soffrire pesantemente questa situazione», replicano i sindacati, «sarà ancora una volta la scuola primaria, alla quale già lo scorso anno scolastico non sono stati dati quegli 80 e più posti che avrebbe dovuto avere a seguito dell’aumento del numero degli alunni iscritti. In definitiva la scuola primaria veronese in due anni scolastici deve fare a meno di 200 posti complessivi».
Parole confermate dalla crescita, sempre in ambito di scuola primaria, di 557 unità che portano il numero complessivo di alunni a superare a barriera di 40 mila alunni per un organico docente rimasto invariato a 3.476. Verona sale a così ad un rapporto docente-alunni superiore a 12, provincia leader in Veneto in questa classifica. «E’ chiaro», affermano Vaccari, Nin e Arena, «che la scuola veronese, soprattutto quella primaria, non potranno fronteggiare le difficoltà crescenti che la società e la famiglia le stanno scaricando addosso. Assistiamo poi al tentativo di criminalizzare il personale docente che nell’assoluta stragrande maggioranza dei casi lavora con serietà, sacrifico e professionalità».
Sandro Benedetti