L'autunno inizia dalle scuole
Il MANIFESTO L'autunno inizia dalle scuole Contro la guerra e il governo: oggi sciopero Cobas, corteo a Roma Il primo importante sciopero dell'autunno porta in piazza, oggi a Roma, i lavorator...
Il MANIFESTO
L'autunno inizia dalle scuole
Contro la guerra e il governo: oggi sciopero Cobas, corteo a Roma
Il primo importante sciopero dell'autunno porta in piazza, oggi a Roma, i lavoratori della scuola pubblica. Il corteo indetto dalla confederazione Cobas muoverà verso le dieci da piazza Esedra verso il ministero dell'istruzione, in Trastevere. Sarà, quello dei Cobas, uno sciopero in difesa della scuola pubblica minacciata dagli attacchi della ministra Letizia Moratti, che proprio ieri - come riferiamo sotto - ha confermato le proprie scelte insieme al presidente di Confindustria Antonio D'Amato. Ma sarà anche uno sciopero contro la guerra: i Cobas invitano a mobilitarsi "contro la guerra in corso e contro la politica del terrore e delle stragi, contro ogni forma di partecipazione italiana alle operazioni belliche". Per i Cobas, quella del govero è una "finanziaria di guerra" da respingere. "E la battaglia in difesa della scuola pubblica - spiega il portavoce Piero Bernocchi - non va separata dall'affermazione di una cultura di pace".
E' attesa una significativa partecipazione di studenti, che forse risentirà dei due cortei studenteschi della settimana scorsa a Roma. Bernocchi sottolinea "l'importanza di una battaglia comune con gli studenti, il loro ruolo è decisivo". Oltre che a Roma, ci saranno manifestazioni a Bologna, Palermo Cagliari e in altre città. Alle iniziative dei Cobas prenderanno parte ruomorose rappresentanze del "Laboratorio dei disobbedienti".
Se dunque la giornata consentirà di tastare il polso di importanti settori del movimento neoliberista, al quale i Cobas appartengono a pieno titolo, oggi si misurerà anche la consistenza dell'opposizione al governo in un settore nevralgico del comparto pubblico. Per i Cobas la finanziaria di Berlusconi e Moratti s'iscrive nel piano di "demolizione della scuola pubblica" portato avanti dalla destra e dal padronato. "Moratti è la ministra del sei per cento della scuola, di quella privata - ha detto ancora Bernocchi - Non della scuola cattolica, ma dell'idea di privatizzare l'attuale scuola pubblica, di renderla cioè ancella dell'azienda".
Sotto accusa è l'articolo 13 della finanziaria, che attraverso la soppressione delle cattedre al di sotto delle 18 ore "cancella - si legge nella piattaforma Cobas - oltre 70-80 mila posti di lavoro. Non solo. La finanziaria elimina le supplenze fino a 30 giorni di assenza, "ovvero - precisa Bernocchi - la stragrande maggioranza delle supplenze". Moratti ha fatto intendere che il tetto potrebbe passare a 15 giorni, ma la sostanza resta: "Se manca il professore di greco per una settimana, lo sostituisce il primo che capita -chiosa il portavoce dei Cobas - E l'obbligo di coprire supplenze e spezzoni d'orario è la strada per espellere i precari". I Cobas chiedono invece l'assunzione stabile di tutti i precari (e in subordine un salario minimo garantito per i non assunti) e dei lavoratori socialmente utili. E reclamano il ritiro del decreto che ha tagliato 18 mila posti tra il personale tecnico e amministrativo (Ata): l'obiettivo è l'aumento degli organici Ata.
E la finanziaria non è tutto. La delega per la riforma degli organi collegiali può condurre, negli auspici dei presidi-manager e dello staff della ministra, all'azzeramento del potere dei consigli d'istituto e di classe e soprattutto del collegio dei docenti, oggi titolare di poteri significativi che incidono su indirizzo e funzionamento degli istituti d'istruzione. Last but non least, gli stipendi: quella degli stipendi europei è una battaglia comune a tutti i sindacati, ma per ora gli "aumenti" sono limitati all'1,6 per cento contro il 2,8 di inflazione programmata (ossia, sono decurtazioni). E' il tema sul quale Cgil, Cisl e Uil, Snals, Gilda e Unicobas hanno convocato un altro sciopero per il 12 novembre. Per Bernocchi "avrebbero fatto meglio a costruire con noi un'iniziativa unitaria, la loro sembra un'azione di disturbo". Ma qualcosa consente di sperare, a medio termine, in una parziale ricomposizione.
Alla finanziaria del governo i Cobas contrappongono una "finanziaria di pace", un piano d'interventi per risanare e riqualificare la scuola pubblica. Dall'aumento degli stanziamenti - 10 mila miliardi per istituire in tutta italia scuole materne ed elementari a tempo pieno e far cessare, così, il ricatto delle private - all'innalzamento dell'obbligo a 18 anni con presalario a partire dai 16; dal tetto massimo di 20 alunni per classe alla rinuncia al finanziamento pubblico delle scuole private, alla cancellazione della riforma dei cicli e dei progetti di aziendalizzazione/regionalizzazione.