L’esodo dei cervelli da Sud a Nord
Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.
L’analisi di Maurizio Ferrera sul Mezzogiorno d’Italia è condivisibile (Corriere, 10 settembre). Efficaci sono le riflessioni sul «drenaggio di cervelli da Sud a Nord», e l’allarme suscitato dal fatto che uno «studente universitario su quattro» sceglie un Ateneo settentrionale.
È una delle ragioni sostanziali che ha convinto sindacati, docenti e parte dell’opinione pubblica a ritenere ingiusto il ricatto «ruolo contro emigrazione» dettato dalla norma che porterà migliaia di docenti, con le loro storie di vita, con il fardello di famiglie già formate, con un futuro del tutto incerto, verso destinazioni distanti spesso molte centinaia di chilometri.
Se Ferrera ha ragione sulla diaspora degli studenti universitari del Mezzogiorno, più forte è la sensazione che ad essa si abbini un parziale svuotamento di energie intellettuali causato appunto dalla diaspora di migliaia di docenti.
Occorre essere meno «pubblicamente entusiasti» del fatto che solo 8 su circa settemila docenti, hanno preferito rigettare «il ricatto». Consigliamo al ministro maggiore sobrietà nella diffusione dei dati. Dietro l’aridità di un dato si nascondono migliaia di storie individuali di docenti che, da tutte le regioni del Sud, non hanno potuto scegliere, né se andare, né dove andare, per un meccanismo determinato da un algoritmo senza umanità. Il governo pensa di risolvere i buchi dei posti nelle scuole del Nord con un trasferimento in massa di energie intellettuali dal Sud, e ora è chiamato a stanziare risorse per dare concreta assistenza alle difficoltà che il trasferimento comporterà. Forse, il Sud, la sua gente, la sua classe intellettuale, meriterebbero maggior rispetto e considerazione da parte del governo.